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Lady Marion Crawford, la donna bandita da Queen Elizabeth e dal clan dei Windsor

Marion Crawford, soprannominata 'Crawfie', forse spinta da necessità economiche, pubblica un libro di memorie 'The Little Princess'. Un passo falso, è la rottura definitiva con la sovrana inglese. Nulla le sarà perdonato, verrà bandita e messa alla porta. Esce in Italia la biografia della royal nanny, scritta da Wendy Holden

(Adnkronos) – Avrebbe voluto occuparsi dell’infanzia abbandonata nei quartieri più poveri alla periferia di Londra, si ritrovò invece a vivere a Buckingham Palace accanto alla futura regina Elisabetta II e alla sorella Margaret. Educata, colta, ambiziosa, tata per eccellenza, royal nanny, una sorta di Mary Poppins, indispensabile ai Windsor-Mountbatten. Eppure l’affascinante esistenza di lady Marion Crawford (anno di nascita 1909), origini scozzesi, cresciuta nel borgo di Dunfermline, studi in psicologia, ha qualcosa di tragico e sublime,
di esaltante e drammatico. Ora un libro, ‘La governante della regina’, ne ripercorre la sua biografia firmata da Wendy Holden (in Italia per Piemme).

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“Dopo anni trascorsi con successo nel clan della famiglia reale, impartendo una educazione lontana dai severi codici dell’aristocrazia inglese, l’incantesimo svanisce”, ha spiegato in una recente intervista l’autrice, che ha già pubblicato due interessanti libri dedicati a Wallis Simpson e lady Diana. Le principesse sono educate come due adolescenti della middle class, prendono la metro, girano per le strade della capitale inglese, lontano dal protocollo e dalle restrizioni legate al loro ruolo. Eppure, inconsapevolmente, Marion Crawford, soprannominata ‘Crawfie’, forse spinta da necessità economiche, pubblica un libro di memorie ‘The Little Princess’. Un passo falso, è la rottura definitiva con la sovrana inglese. Nulla le sarà perdonato, verrà bandita e messa alla porta.

Lei che aveva osato tradire la fiducia, la riservatezza richiesta a tutto il personale che opera nella cerchia ristretta della royal family, l’affetto anche di queen Mum e di re Giorgio VI, il duca e la duchessa di York. Morirà in disgrazia dopo aver invano reclamato il perdono dell’augusta sovrana. Ma come è accaduto a Harry e Meghan alla Corte di San Giacomo o si è dentro o si è fuori. Non ci sono mezze misure. Eppure alla morte, nel suo testamento, lady Marion Crawford chiese che venisse recapitata alla regina Elisabetta una scatola in
legno con le lettere che le aveva spedito, adolescente, dai suoi viaggi. Lettere che non sono servite a scrivere la ‘biografia’ della sua ‘principessa’.

 

E chissà se quel prezioso materiale è stato mai aperto, letto, commentato. Di una cosa è certa Wendy Holden: “L’influenza di Marion Crawford è stata fondamentale, determinante sulla crescita emotiva e psicologica dell’attuale sovrana”, ha spiegato. Semplicità, empatia, distinzione. Virtù che hanno reso grande Elisabetta II.

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