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Anna Bolena in Blood, Sex & Royalty serie Tv su Netflix

Si può imparare la storia attraverso una docudrama? Successo e delirio della seconda moglie di Enrico VIII che per lei fonda la religione anglicana

Si tratta di tre puntate di circa 45 minuti dove la storia di Anna Bolena viene analizzata e trattata come una soap opera di buona qualità dove niente è lasciato al caso per poter arrivare ad un pubblico di giovani. Bizzarra la scelta di realizzare uno show che si sviluppa in parte come un dramma e in parte come un documentario. Tra i protagonisti vediamo Amy James-Kelly (Coronation Street) nei panni di Anna Bolena mentre è stato chiamato Max Parker (Emmerdale) in quelli di Enrico VIII. La visione “femminista” di Anna Bolena che è stata regina consorte d’Inghilterra e Irlanda, dal 1533 al 1536, come seconda moglie di Enrico VIII Tudor. La strategia per farsi amare senza diventare l’amante del sovrano; l’animo eretico che riesce a convincere Enrico VIII alla ricerca di un erede maschio a dare origine allo Scisma anglicano; la carità nei confronti del popolo; riesce a convincere Lord Cromwell a far confiscare i beni alla Chiesa cattolica; sarà la madre di Elisabetta I d’Inghilterra, quindi anche se postuma il far accettare una regina al posto di un re, fanno di Anna Bolena una donna unica; anche se ci ha rimesso la testa!!! E poi il sesso che Anna promette ad Enrico e che in sette anni di promesse e petting non sarà mai completo finché il re non la sposerà in segreto. Pare che Anna fosse arrivata vergine al matrimonio ma di certo sapeva tutte le tecniche alternative sennò la docuserie non sarebbe consigliata ai maggiori di 16 anni.

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Anna Bolena arriva a corte come dama di compagnia di Caterina d’Aragona, dopo essere stata la dama di compagnia di Margherita d’Austria e Claudia di Francia. Il re si infatua subito di lei, ma Anna, dotata di grande intelligenza, capisce che può ambire a qualcosa in più del semplice ruolo di amante. Si fa corteggiare dal re per oltre sette anni, durante i quali sua sorella Maria viene allontanata dalla corte e affida il figlio maschio ad Anna. In questo periodo Anna Bolena non cede al corteggiamento del re e lo porta a chiedere l’annullamento del matrimonio con Caterina d’Aragona. La risposta negativa della chiesa spinge Enrico VIII a proclamare lo scisma tra la chiesa di Roma e quella inglese, da cui ha origine la chiesa Anglicana, di cui il re si dichiara capo supremo. Anna Bolena e Enrico VIII possono quindi sposarsi e Anna diventa regina, ma la sua felicità dura poco. Anna si dimostra abile anche nella politica, ma come Caterina d’Aragona dà al re solo una figlia femmina, dimostrandosi incapace di dare un erede al sovrano. Una figura importante nella vita di Maria e Anna Bolena di cui si è sempre parlato molto poco è quella del fratello George, anche lui cresciuto a corte con il ruolo di paggio del sovrano. George, esattamente come Anna, ha un carattere estroverso e amabile, oltre a essere molto intelligente. Negli anni in cui Anna Bolena è regina, George è molto vicino alla sorella e diventa uno dei suoi più fedeli consiglieri. È ricordato perché viene accusato dal re di avere avuto una relazione incestuosa con Anna Bolena e per essere stato giustiziato nonostante non ci fossero prove che confermassero le accuse.

Anna Bolena in tre anni di matrimonio riuscì a dare al re soltanto una figlia femmina, Elisabetta Tudor, mentre le altre tre gravidanze terminarono con aborti spontanei. Non solo, la regina Bolena era anche estremamente intelligente e abile nella politica, e tutte queste doti non erano mai state particolarmente apprezzate da Enrico VIII. Il suo ultimo aborto, insieme al fatto che il re volesse sposare la dama di corte Jane Seymour, fanno sì che il re decida di liberarsi di Anna Bolena. La regina viene incarcerata nella Torre di Londra il 2 maggio 1536, con l’accusa di tradimento alla corona, incesto, adulterio e stregoneria. Il processo dura pochi giorni e Anna Bolena viene giudicata colpevole, nonostante non ci siano prove. Viene giustiziata nel giardino della Torre di Londra il 19 maggio 1536, nello stesso luogo dove suo fratello George è stato giustiziato due giorni prima di lei. Questa è la prima volta nella storia dell’Inghilterra che una regina viene giustiziata. Sebbene fino a poco tempo fa si pensasse che il processo e la condanna a morte della regina fossero stati organizzati esclusivamente dal consigliere del re, Thomas Cromwell, nuovi documenti dimostrano come in realtà sia stato il re stesso a organizzare tutto. In alcune lettere sono state ritrovate indicazioni di Enrico VIII sull’arma da utilizzare per giustiziare la regina, ma soprattutto è stato confermato che il boia, uno spadaccino francese, fu convocato a corte prima della fine del processo, a dimostrazione che Enrico VIII aveva già deciso la triste sorte della sua seconda moglie.

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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