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La Pentecoste una festa cristiana, indiana, egiziana ed ebraica: oggi domenica 5 giugno 2022

“Gli uomini festeggiano attualmente le loro feste senza aver il minimo sospetto di ciò che esse significano”. R. Steiner

Pentecoste è una festa delle più importanti e più difficili nella comprensione. Si trova nella coscienza cristiana, e ci ricorda la discesa dello Spirito Santo. Un evento  descritto come un miracolo: lo Spirito Santo si riversò sui discepoli e sugli Apostoli del Cristo, così che essi improvvisamente cominciarono a parlare in tutte le lingue, trovando la via per insinuarsi in ogni cuore e per poter parlare secondo l’intelligenza di ciascun uomo. Ma il simbolo della Pentecoste ha un più profondo significato.

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Lo Spirito Santo si invoca nel conferimento dei Sacramenti, in particolare nel Battesimo e nella Cresima e con liturgia solenne nell’Ordine Sacro; e più in generale in ogni cerimonia liturgica o occasione particolarmente importante, come ad esempio l’inizio del Conclave per eleggere il Papa, dove s’implora l’aiuto divino.

La preghiera di invocazione è contenuta nel magnifico e suggestivo inno del Veni Creator, attribuito all’arcivescovo di Magonza Rabano Mauro e risalente al IX secolo. È un inno che unisce preghiera, meditazione e invocazione.

Ma esiste anche una versione indiana, egiziana ed ebraica dello Spirito Santo. La Trinità è il più grandioso e sacro mistero di cui l’uomo sia testimone.

La Trinità è composta dai Tre Logoi: Padre, Figlio, Spirito Santo nell’induismo noti come Trimurti (Brahma, Visnu e Shiva) e nella religione egiziana come Osiride, Iside e Horus. Nella Cabala ebraica i Tre Logoi, come la Trinità cristiana, danno origine a tutta la creazione attraverso l’emanazione delle dieci Sephiroth che compongono l’Albero della Vita che si trova all’interno di essi stessi che fungono da triplice guscio dell’uovo cosmico.

L’uovo cosmico, nell’induismo viene descritto nella Bhagavad Gita e nelle Upanishad, come un nucleo universale galleggiante nell’oceano primordiale o acqua primordiale e avvolto dall’oscurità della non-esistenza da cui possiamo capire il significato etimologico della parola Prana, identificandolo come l’energia creatrice alla base di ogni manifestazione vivente e che etimologicamente significa “prima delle acque cosmiche”.

Quando l’uovo si schiuse, il Signore Brahma rese manifesta la creazione per mezzo dell’Aum, il suono che fu il soffio vitale originario che è il Prana cioè ciò che c’è prima delle acque cosmiche. Il soffio che diede vita alla vita.

In latino la parola soffio si traduce con Spiritus. Ecco cosa è lo Spirito. Il soffio, l’Aum e ciò che chiamiamo Dio è ciò che c’è dietro a quel soffio. E quindi lo Spirito Santo accomuna tutti e non perché hanno la stessa parola ma lo stesso Logoi che in italiano, come sempre essendo una lingua romanza e cioè d’Oil differente da una lingua d’Oc è intraducibile. Forse la parola più simile in italiano appunto è “favilla”, il minutissimo frammento incandescente che sprizza dal fuoco o dai carboni ardenti per spengersi subito, ma che riscalda e nutre “il cuore”.

 

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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