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Scorie nucleari nel trapanese: “secchi no alla discarica di rifiuti radiottivi”

“La provincia di Trapani, territorio di pregio artistico, naturalistico, architettonico, vocato al turismo, non può essere luogo per ospitare rifiuti radioattivi”. Lo dicono Giacomo Scala, segretario provinciale della Democrazia Cristiana, e Caterina Licatini, responsabile Ambiente e Territorio del partito in Sicilia, aggiungendo: “Anche nel 2021 si era ventilata questa ipotesi, che porterebbe a una penalizzazione turistica, e anche in quell’occasione la provincia Trapanese si era opposta. Non si può pensare di collocare una discarica di rifiuti radioattivi in una delle zone coltivate con vigneti, oliveti e seminativi, dove la maggior parte degli agricoltori lavora in biologico e ci sono cantine vinicole. Un settore, quello agricolo, che fa da traino per un pezzo importante dell’economia della provincia”.

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“La Democrazia Cristiana, pur consapevole della necessità di avere in Italia depositi di rifiuti radioattivi per lo smaltimento di determinati prodotti come ad esempio quelli della medicina nucleare – proseguono i due dirigenti della Dc -, si oppone fermamente alla scelta di inserire Calatafimi-Segesta e Trapani nell’elenco che individua 51 locazioni possibili nel nostro Paese, anche perché la Sicilia, essendo zona sismica, non è tra le più idonee. Monitoreremo attentamente la situazione affinché l’indicazione delle due zone siciliane non si tramuti in realtà. Al momento, infatti, non si tratta di decisione attuativa. La Carta nazionale delle zone idonee è stata elaborata da Sogin e Isin. Entro 30 giorni dalla pubblicazione possono essere presentate le candidature a ospitare il deposito da parte di enti territoriali, locali e strutture militari, chiedendo alla Sogin di rivalutare il loro territorio”, concludono Scala e Licatini

 

“I territori di Catalafimi-Segesta e di Trapani, per le caratteristiche di pregio naturalistico e la vicinanza ad aree archeologiche e urbane, non sono idonei a ospitare depositi di scorie nucleari. L’elenco del ministero dell’Ambiente contenuto nella Carta nazionale delle aree idonee (Cnai) non tiene conto delle conclusioni che la Regione siciliana aveva depositato nel 2021, nelle quali è stato chiaramente sottolineato che la Sicilia non può e non deve essere inserita in alcun elenco di possibili siti di stoccaggio di tali rifiuti”. A sottolinearlo è Alberto Samonà, ex assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana e oggi componente del Cda del Parco archeologico del Colosseo a Roma. “Proprio in riferimento alle aree in provincia di Trapani – evidenzia Samonà –, già nell’inverno del 2021, la soprintendenza dei Beni culturali di Trapani e il Parco di Segesta avevano emesso pareri tecnici inequivocabili, che escludevano una simile ipotesi per molteplici fattori”.

“In Sicilia il paesaggio è un fattore determinante dell’identità dell’Isola – sottolinea -, esprimendo valori naturali, morfologici, storici, culturali ed estetici profondamente radicati. E anche in relazione alla naturale vocazione turistico-culturale e ambientale dei territori di Calatafimi-Segesta e Trapani, è da escludere categoricamente che possano sorgere depositi di stoccaggio di rifiuti radioattivi. L’area di Fulgatore-Trapani, peraltro, è attraversata da un acquedotto di importanza strategica per l’approvvigionamento idrico di acqua potabile. Il sito ricadente nel comune di Calatafimi-Segesta, invece, oltre a sorgere non lontano da un centro abitato, insiste in un territorio, che per la propria storia e per le testimonianze archeologiche, è contrassegnato da una forte presenza turistica. Sono certo – conclude l’ex assessore regionale – che la Regione siciliana investirà della questione il Governo nazionale, per far rimuovere nel più breve tempo possibile i due siti dall’elenco di quelli idonei a ospitare discariche nucleari”.

 

Pensare di trasformare una porzione di territorio della provincia di Trapani in una discarica di rifiuti nucleari è una follia nella follia: non solo perché le aree individuate, quelle di Calatafimi Segesta e Fulgatore, sono zone a forte valenza agricola e turistica ma anche perché trasferire le scorie in Sicilia, via mare, significherebbe un aggravio di costi del tutto ingiustificabile. Oltre che un incremento del rischio di inquinamento ambientale che potrebbe provocare danni inimmaginabili”.

E’ perentorio il no del segretario regionale del PD Anthony Barbagallo della deputata nazionale Giovanna Iacono e del deputato trapanese dei Dem Dario Safina dopo che la Carta nazionale delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie radioattive (Cnai) ha individuato tra le cinque zone italiane anche la provincia di Trapani quale area idonea al deposito.

Non possiamo che ribadire dunque – continuano Barbagallo, Iacono e Safina – quanto già sottoscritto nel documento redatto qualche anno fa dall’Amministrazione comunale di Trapani che poneva tutta una serie di criticità rispetto alla installazione dei siti di smaltimento in provincia di Trapani. In sostanza, questa valutazione di idoneità è assolutamente irrispettosa delle osservazioni fatte per il bene del territorio che erano invece assolutamente pertinenti. Si tratta di zone con grandi prospettive sia dal punto agricolo che turistico, che andrebbero invece rivalutate piuttosto che mortificate trasformandole in una discarica per scorie nucleari”.

E’ assolutamente necessario – concludono il segretario regionale e i deputati nazionale e regionale Dem – che il governo Schifani prenda subito una posizione incontrovertibile contro questa assurda decisione per bloccare l’ennesimo scempio della nostra amata terra di Sicilia”.

 

Pichetto, ‘nostro dovere individuare sito Deposito’
“Secondo me è un nostro dovere riuscire a individuare” il sito per il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi “perché in tutto il territorio italiano ci sono ospedali che producono ogni giorno scorie nucleari, da qualche parte le dobbiamo mettere”. Così il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, a margine della presentazione dei Rapporti annuali sull’efficienza energetica e le detrazioni fiscali elaborati dall’Enea, risponde a chi gli chiede se si riuscirà ad invidiare il sito in questa legislatura.

 

 

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