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Infrastrutture Violante: ‘Serve autorità europea per tutela sicurezza di quelle sottomarine’

Dai sabotaggi sul gasdotto Nord Stream1 ai droni che affondano navi russe il subacqueo sta diventando "strategico e rilevante" perché "è, con lo Spazio e il Cyber, uno degli ambienti nei quali l'umanità costruirà il proprio futuro". Lo sottolinea Luciano Violante

Dai sabotaggi sul gasdotto Nord Stream1 ai droni che affondano navi russe il subacqueo sta diventando “strategico e rilevante” perché “è, con lo Spazio e il Cyber, uno degli ambienti nei quali l’umanità costruirà il proprio futuro”. Lo sottolinea in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ Luciano Violante, l’ex presidente della Camera ora guida alla fondazione Leonardo.

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Le infrastrutture da presidiare, osserva, “sono catalogabili in tre gruppi, in primis le infrastrutture per la comunicazione; il 99% delle informazioni che ci arrivano tramite internet, passano attraverso 426 cavi sottomarini che si distendono per circa 1 milione mezzo di chilometri. Quelle energetiche, come gasdotti, oleodotti; questi impianti richiedono installazioni accessorie per attività di controllo e manutenzione. Non meno rilevanti le infrastrutture per il trasporto dell’energia elettrica: si tratta di cavi ad alta tensione lunghi anche centinaia di chilometri”. Per controllarle “serve sicuramente un’autorità del Mare, un’agenzia indipendente che le monitori. Ancor meglio se ci fosse un’agenzia marittima europea ma d’altronde anche per l’Esa, l’agenzia spaziale europea, ci sono voluti anni”, sottolinea Violante.

Quanto all’Italia, la legge di bilancio “stanzia due milioni di euro l’anno per un centro nazionale di eccellenza su ricerca e innovazione nel subacqueo, sotto la supervisione della Marina Militare l’istituzione più adeguata per le sue specifiche attitudini professionali, etiche, scientifiche e culturali. Il passo successivo – osserva – dovrebbe essere costituito dalla istituzione di un’Autorità incaricata del coordinamento di tutte le attività che si svolgono nel mondo sottomarino, come ad esempio ha fatto alcuni anni or sono la Francia.

 

Forse un contributo al ruolo del nostro Paese potrebbe venire anche da una ricerca che ha in corso la Fondazione Leonardo Civiltà delle Macchine, con il contributo della Marina Militare e la collaborazione della Sapienza e del Cnr. Finalmente abbiamo un ministero e un ministro del mare”.

 

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