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Illecita miscelazione gasolio, sequestro da 4.500 euro a imprenditore di Licata

La Gip di Agrigento Micaela Raimondo ha disposto il sequestro preventivo per equivalente, chiesto dal Procuratore della Repubblica Salvatore Vella, di somme e dei titoli fino all’importo complessivo di 4.524 euro e del distributore di carburanti di proprietà della società “La Carmen S.r.l.”, di Licata "per il reato di illecita miscelazione del gasolio

La Gip di Agrigento Micaela Raimondo ha disposto il sequestro preventivo per equivalente, chiesto dal Procuratore della Repubblica Salvatore Vella, di somme e dei titoli fino all’importo complessivo di 4.524 euro e del distributore di carburanti di proprietà della società “La Carmen S.r.l.”, di Licata “per il reato di illecita miscelazione del gasolio per autotrazione (utilizzabile soltanto per alimentare i propri mezzi di trasporto stradali) e gasolio marino (carburante non sottoposto ad accisa, utilizzabile soltanto per alimentare mezzi navali che navigano oltre le acque territoriali), per complessivi litri 7.328”.

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“L’illecita miscelazione del “carburante per autotrazione” con il “gasolio marino”, erogato fraudolentemente al pubblico dal distributore gestito da Angelo Cosentino oltre a causare un danno per l’erario per un importo complessivo di 4.524 euro per evasione dell’imposta, poteva influire negativamente sulla funzionalità dei veicoli che lo utilizzano, potendo arrivare a causare anche seri danni per i motori delle autovetture e dei motoveicoli di più recente costruzione”, spiega la Procura.

 

 

Il Gip di Agrigento ha riconosciuto la sussistenza del fumus del reato del reato ipotizzato dal pm, fondato sulla complessa e approfondita attività d’indagine svolta dal personale dell’Adm (Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli) – Ufficio e Sezione antifrode di Porto Empedocle, che ha anche eseguito materialmente il sequestro del distributore di carburanti e dei conti correnti dell’indagato, difeso dall’avvocato Giuseppe Glicerio. “Le indagini giudiziarie sono concluse, ma le condotte oggi contestate agli indagati non sono ancora definitivamente accertate”.

 

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