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Caporalato in agricoltura: sfruttamento e soldi al caporale, due arresti del Nil

Veniva corrisposta una retribuzione irrisoria (pari a solo 35 € giornaliere di cui € 5 in favore del caporale) ai lavoratori i quali svolgevano turni di lavoro estenuanti, senza il riconoscimento di ferie, riposi settimanali ed indennità accessorie

Nella mattinata del 3.03.2023, su disposizione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, i Carabinieri del locale Nucleo Ispettorato del Lavoro, supportati dai militari della Compagnia Carabinieri di Paternò e Sciacca, davano esecuzione all’Ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di un imprenditore agricolo di Belpasso (CT), di 42 anni, titolare di una azienda agricola, per il reato  di sfruttamento del lavoro (art. 603 bis c.p.) e per reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (D. Lgs. 81/08) in danno dei propri dipendenti, in concorso ad altro soggetto di nazionalità marocchina di 45 anni, da anni soggiornante nel territorio di Paternò (CT), quest’ultimo in qualità di vero e proprio “caporale”, intermediario tra il datore di lavoro e i lavoratori dipendenti, previo pagamento di denaro per le pratiche di emersione di extracomunitari privi di permesso di soggiorno in Italia.

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Nell’attuale fase del procedimento, in cui non è stato ancora instaurato il contraddittorio tra le parti, le attività investigative coordinate dalla Procura della Repubblica,  hanno consentito di acquisire elementi tali da far ritenere che l’imprenditore nella propria azienda agricola avrebbe impiegato quattro dipendenti stranieri di nazionalità marocchina, in condizioni di sfruttamento, corrispondendo loro una retribuzione irrisoria (pari a solo 35 € giornaliere di cui € 5 in favore del caporale); inoltre avrebbe costretto i predetti lavoratori, a svolgere turni di lavoro estenuanti, senza il riconoscimento di ferie, riposi settimanali ed indennità accessorie e comunque in violazione di ogni regola  in materia di sicurezza ed igiene sui luoghi di lavoro.

L’indagine è scaturita dalla denuncia di un cittadino marocchino dipendente dall’imprenditore, sostenuto dall’Organizzazione O.I.M. (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) – Progetto DI.AGR.AMMI SUD, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il Reparto dell’Arma ha acquisito elementi idonei a verificare le modalità di impiego di manodopera e l’allestimento delle zone di concentramento di lavoratori nel settore della raccolta agrumicola.

 

 

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