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Marisa Leo un’eroina combattente de “Le Donne del Vino”

In una video intervista Roberta Urso, delegata della Sicilia dell’associazione nazionale “Le Donne del Vino”, ci racconta la storia, l’impegno umano e sociale di “una grande donna al servizio delle donne”. Con la campagna di prevenzione e assistenza #tunonseisola

Roberta Urso delegata della Sicilia dell’associazione nazionale “Le Donne del Vino”, ci racconta la storia, l’impegno umano e sociale di “una grande donna al servizio delle donne”. Con la campagna di prevenzione e assistenza #tu non sei sola.

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Roberta Urso: L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino ha trentacinque anni di vita alle spalle: punto principale del suo statuto è promuovere vini e territori del vino facendo in modo che la donna abbia sempre di più un ruolo centrale attraverso tanta formazione, comunicazione e divulgazione. Il primo caso di femminicidio si è verificato nel 2018 quando una socia friulana, Donatella Briosi venne uccisa dall’ex marito. Da allora le donne del vino hanno fatto un patto tra di loro e hanno deciso che attraverso il vino, che è il nostro punto di forza, potevamo aiutare le donne in difficoltà. Per questo motivo nacque la campagna, “#tu non sei sola”, un hashtag che si trova sull’homepage del sito nazionale, le donne del vino.com. Una proposta reale valida tutto l’anno per aiutare e assistere “le donne in difficoltà”. Proprio cliccando proprio su quel bottone rosso, che vedete sullo sfondo, una delle nostre volontarie, metterà “la donna in difficoltà” immediatamente in contatto, con un centro antiviolenza o associazione più vicina al suo territorio di appartenenza.

Susanna Basile: Raccontaci dell’attività di Marisa Leo e del ruolo che svolgeva all’interno de “Le Donne del Vino”.

R.U.: Le nostre campagne promuovono come dicevo prima, formazione, comunicazione e divulgazione. Sono anche online e parlando di una vicenda dolorosa, vorrei parlare di un video di Marisa, il cui sorriso si è spento una settimana fa e che appunto era stata attratta dalla nostra campagna, “#tu non sei sola”. Proprio con lei avevamo fatto dei video che avevamo mandato online dove ognuna di noi, per dare vicinanza alle donne in difficoltà, aveva scelto una frase propria oppure tratta da un film, da una poesia o da una canzone. Altro progetto dove Marisa era coinvolta in prima persona e che stava organizzando il prossimo ottobre, è il progetto on the road “DxD Calici di vita”, wine lunch solidale, dove in convenzione con dei ristoranti, parliamo di tutto ciò che riguarda il mondo delle donne e del vino: alla fine mettiamo all’asta bottiglie di qualità e il ricavato va alle associazioni che si occupano della violenza sulle donne.

S.B.: Di recente abbiamo avuto la possibilità di conoscere  Le Donne del Vino nella zona di Menfi, le loro storie di famiglia e di come si sono “conquistate” un posto importante dedicato alla managerialità, alla comunicazione ma anche alla parte tecnica delle aziende vitivinicole. Questo contatto sul territorio ci sta insegnando che le donne possono essere autonome, indipendenti e molto brave in un lavoro e in un mondo che fino a poco tempo era solo maschile, dove le donne avevano un ruolo marginale e piuttosto esecutivo. Con voi invece le donne cominciano a prendere coscienza del proprio ruolo anche all’interno della “famiglia del vino” a cui appartengono. Non sempre gli uomini sono contenti di questo progresso, spesso costellato dal successo delle loro signore. E proprio per questo vorrei ricordare che esistono tanti tipi di violenza oltre a quella fisica, cioè quella psicologica, manipolatoria e quella economica che spesso sfuggono alla donna che immersa nella dinamica familiare, in cui soffre di quella che si chiama di impotenza appresa, proprio dai modelli in cui cresciamo che sono quelli della nostra famiglia. Questa “credenza” in cui “la famiglia ha sempre ragione perché è la famiglia”, intrinseca di valori atavici non sempre è cosa giusta e buona:  è importante osservare le cose in maniera imparziale, perché poi alla fine le cose che succedono, e spero che non succederanno più,  e se succedono quasi sempre per problemi di inferiorità e di superiorità. L’uomo che si sente “minus” nei confronti della donna, specialmente della “sua” donna reagisce con violenza perché sminuito nella sua “virilità”, nei confronti di sé stesso e nei confronti del mondo a cui appartiene. Parlarne come stiamo facendo oggi e come faremo sempre, perché nessuno ci può fermare neanche questo atteggiamento da “corto circuito”, dev’essere la nuova mentalità che deve cambiare: società, famiglia, coppia e individuo, inteso come sia come donna che come uomo. Ora che mi sono espressa psicologicamente parlando posso ascoltare la storia di Marisa Leo.

R.U.: Marisa era una donna libera, era una donna trasparente, lo si vede da quel sorriso che è presente in tutte le foto. Sono state mandate online o in onda, in questi giorni, pubblicate sui giornali, una ragazza sempre sorridente, mai con un velo di malinconia, nonostante avesse le sue tribolazioni. L’ho conosciuta nel 2018 e in lei ho visto subito delle qualità “utili” alle donne del vino per cui quando sono diventata delegata regionale nel 2019, Marisa, avendone tutti gli attributi validi, chiese di entrare. All’epoca eravamo pochine in 25, oggi siamo un bel numero, siamo già 86. Marisa era attiva piena di idee e di iniziative, ci sono tante donne nella nostra squadra, che lavorano secondo la loro disponibilità, però lei avevo una marcia in più, leggeva tantissimo prendeva ispirazione dai libri. Era adatta alla pubblicità che faceva per le donne, di una bellezza e di una eleganza naturale.

La storia continua nel video e vi chiediamo di ascoltarla attentamente perché il testo scritto non può rendere l’emozione e la passione di Roberta Urso e deve essere condivisa sia dalle donne che dagli uomini che la guarderanno. Noi finiamo solo riportando una frase di Marisa Leo: “La mia essenza non è merce di scambio”.

 

 

 

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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