PALERMO – «Il governo regionale, nella seduta della Giunta già programmata per domani mattina, delibererà lo stato di calamità per i danni causati, nei giorni scorsi, dall alluvione nel Messinese e contestualmente avanzerà al governo nazionale la richiesta dello stato di emergenza».
Lo ha comunicato il presidente della Regione Nello Musumeci, aprendo il vertice organizzato a Palazzo Orleans con i sindaci dei cinque Comuni maggiormente colpiti dal nubifragio di sabato scorso: Messina, Barcellona, Terme Vigliatore, Rodì Milici e Castroreale. Alla riunione erano presenti i responsabili della Protezione civile regionale, dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, dell’Autorità di bacino, del dipartimento regionale dell’Ambiente, del Genio civile di Messina, dei vigili del fuoco, oltre al vice prefetto della città dello Stretto, Natalia Ruggeri e ad alcuni deputati della provincia peloritana.
«Quello della provincia di Messina – ha sottolineato il governatore nel suo intervento – è un territorio fortemente danneggiato, a causa anche dell’abusivismo selvaggio e della mancata manutenzione. Il mio governo, consapevole di questo, ha destinato il 60 per cento delle risorse della Struttura contro il dissesto idrogeologico è stata assegnata a questa provincia. Non è la prima volta che si contano i danni in quelle realtà e non sarà l’ultima se non lavoreremo fin da subito per eliminare alcune cause, legate anche alla mancata pianificazione del territorio e a una disordinata crescita urbanistica».
Per coordinare gli interventi, il presidente ha disposto la creazione di un Tavolo operativo tecnico che sarà intanto diretto dal capo del Genio civile di Messina e composto dai rappresentanti degli enti regionali preposti alla materia e dei Comuni.
Musumeci ha dato incarico sempre al Genio civile peloritano di redigere i progetti di sistemazione che riguardano i Torrenti Longano, Patrì e Mazzarrà (per la parte non compresa nel cantiere già in corso) che attraversano numerosi Comuni dell’hinterland barcellonese e di accelerare le procedure che vedono opere già finanziate. Dal vertice è emerso che, da una prima disamina, servirà circa un centinaio di milioni di euro per gli interventi da realizzare.
«Contestualmente alla richiesta dello stato di emergenza a Roma – aggiunge il presidente – applicheremo per la prima volta l’articolo 3 della legge regionale 13 di quest’anno, che prevede la autonoma nomina di un commissario per lo stato di crisi e di emergenza regionale. Per le risorse necessarie occorre una riprogrammazione dei fondi comunitari, che avvieremo con la massima urgenza, ricorrendo, se necessario, a un apposito intervento parlamentare».