Palermo, 20 gen. (Labitalia) – “Il piano energetico regionale deve puntare anche sulla filiera dell’acqua, favorendo gli investimenti sugli impianti idroelettrici ad acqua fluente e sui bacini idroelettrici nei territori per produrre energia garantendo la stabilità dell’intero sistema elettrico col bilanciamento dell’intermittenza delle risorse rinnovabili non programmabili, cioè eolico e solare”. Lo sostengono la Cgil e la Filctem siciliane che chiedono al governo regionale “il reale avvio di un percorso di transizione energetica che tenga conto del valore strategico dell’acqua, di cui la Sicilia è ricca ma che attualmente viene espulsa dagli invasi o si perde nelle reti degli acquedotti colabrodo di alcuni comuni”.
“Si tratta di una risorsa di cui la Sicilia dispone in quantità sufficiente ad essere fonte di energia rinnovabile – sostengono Alfio Mannino e Gabriella Messina ( Cgil), Giacomo Rota e Franco Lannino (Filctem) – L’utilizzo razionale delle risorse idriche – potrebbe farecrescere anche in Sicilia dunque, per la complessità del sistema e il numero degli addetti, una delle industrie più grandi ed efficienti, in grado finalmente di utilizzare la mole ingente di investimenti previsti e ipotizzarne anche di ulteriori nel campo dello storage elettrico, formidabile alternativa alle batterie al litio”.
Per Cgil e Filctem, sarebbe “da irresponsabili non investire sul settore. Abbiamo a disposizione tantissima acqua per il fabbisogno umano, irriguo, industriale e al contempo potremmo avere più produzione di energia idroelettrica per sostenere lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico. Valorizzare la filiera dell’acqua a partire anche dal riuso delle acque reflue, significa anche rigenerare un sistema frammentato affinché acqua e idroelettrico siano protagonisti nella nostra regione”.