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San Gregorio, Petralonga resiste e rinasce nel tempo

Gli sforzi della famiglia Purrello per recuperare strutture rurali, bosco di Catania e vitigno locale

Un vecchio palmento del 1790; un’altrettanta vecchia Cuba che sovrasta Vignagrande; ciò che resta dell’antico “Bosco di Catania” ancora conservato nei secoli e un vitigno di nerello mascalese autoctono ripiantato e lavorato come si usava fare un tempo, costituiscono e rappresentano la contrada sangregorese “Petralonga”.

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“Petralonga” è oggi uno spaccato di territorio ricco di storia e di tradizione; un lembo di territorio al confine con il Comune di San Giovanni La Punta sfuggito all’urbanizzazione selvaggia e che la famiglia Purrello ha voluto ripristinare e valorizzare.

Prima il palmento, il più antico del paese di San Gregorio, datato 1790, poi la ristrutturazione della Cuba, una torretta di avvistamento, usata come casino per la caccia ma anche luogo di sosta e rinfresco per i proprietari dell’epoca, dove esiste ancora il pavimento originale fatto di mattonelle esagonali, secondo gli esperti risalente a 250 fa. Palmento e Cuba sono stati ripristinati e ristrutturati e sono diventati meta di turisti. Ma ciò che colpisce gli appassionati della Natura è rappresentato da un’ampia macchia dell’antico “Bosco di Catania” del quale in collina non esiste più traccia.

Tutte le pendici meridionali dell’Etna erano un tempo occupate da una grande selva di castagni, querce nane, roverelle, pini e altre piante autoctone denominata “Bosco di Catania”.

Il bosco nei secoli è stato gradualmente spiantato a vantaggio dell’uso agricolo dei terreni. I tratti di bosco sopravvissuti sono quelli che sorgevano su terreni scoscesi o comunque non coltivabili, come il bosco di Vignagrande di contrada Petralonga a San Gregorio. Un raro gioiello naturalistico (fortunatamente vincolato e protetto dal piano regolatore di San Gregorio) con un ricco sottobosco e fauna che include il gheppio, il coniglio, la lepre, la donnola e diversi roditori.

Nicola Purrello ha voluto fortemente, inoltre, preservare e valorizzare anche il vitigno del nerello mascalese, il principe dei vitigni dell’Etna, ricoltivando Vignagrande per riportare la zona ai vecchi “fasti”. Le ultime vendemmie a Petralonga risalgono agli anni Sessanta.

«L’amore e la passione per la propria terra, – ha commentato il sindaco Carmelo Corsaro, che ha espresso parole di elogio nei confronti della famiglia sangregorese -, intesa come luogo natio ma anche come sorgente di vita, hanno spinto la famiglia Purrello a tutelare, investendo, un luogo incontaminato, che ci riporta indietro nella storia e alla qualità della vita. L’iniziativa – ha concluso il primo cittadino – si inserisce nel progetto identitario che la mia Amministrazione ha sostenuto e sostiene sin dal suo insediamento. Per citare una frase di Alex Haley: chi non sa da dove viene di certo non saprà dove andare».

 

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