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Quello che i maschi non dicono. Su debolezze e fallimenti preferiscono tacere

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(Adnkronos) – Una promozione mancata sul lavoro, un’esperienza di vita spiacevole. Debolezze e fallimenti non sono cose che ai maschi piace ammettere, tantomeno comunicare. Si può tradurre così la conclusione di uno studio della Carnegie Mellon University americana, della Bayes Business School inglese e dell’università Bocconi di Milano, pubblicato su ‘Journal of Experimental Social Psychology’. Volendo parafrasare una nota canzone, la ricerca svela in sintesi ‘quello che gli uomini non dicono’, dimostrando che i maschi, rispetto alle femmine, sono meno desiderosi di condividere informazioni negative e meno propensi a farlo. Al contrario, fra lui e lei c’è poca differenza quando si tratta di dare un’informazione positiva.  

Per esplorare il gap di genere nella comunicazione, gli autori hanno condotto tre diversi esperimenti su oltre mille persone. ‘Mi sento morire al pensiero di dirlo ad altri’ è il sentimento sondato dagli scienziati nel primo test. In altre parole, uomini e donne dovevano indicare le situazioni in cui avevano provato vera sofferenza all’idea di condividere un’informazione e riferire se poi l’avevano condivisa oppure no. E’ emerso che, sebbene maschi e femmine riportassero un numero simile di casi in cui si definivano impazienti di comunicare informazioni positive (per esempio una promozione), gli uomini erano assai meno inclini a voler condividere informazioni negative (per esempio una promozione mancata). Gli altri due test hanno permesso ai ricercatori di misurare il desiderio, individuale e aggregato, di dire qualcosa, nonché la propensione a rivelare informazioni positive o negative su temi ed esperienze differenti. 

“I risultati dei nostri studi – afferma Erin Carbone, docente del Dipartimento di scienze sociali e decisionali della Carnegie Mellon University e prima autrice del lavoro – hanno messo in luce una coerenza, per quanto ne sappiamo non precedentemente identificata”, nella comunicazione di genere. Si è osservato cioè che “la tendenza delle donne a rivelare più informazioni rispetto agli uomini dipende in modo sostanziale dalla natura delle informazioni” stesse. “I nostri risultati – aggiunge Irene Scopelliti, docente di marketing e scienze comportamentali della Bayes Business School, fra gli autori dello studio – mostrano che il genere fa la differenza nel desiderio di divulgare informazioni negative e nella propensione a farlo, e che gli uomini beneficiano della condivisione delle informazioni, o la patiscono, in modo diverso rispetto alle donne”.  

Riflettendo sulle ragioni all’origine di questa ‘comunicazione selettiva’ maschile, gli scienziati chiamano in causa “una maggiore preoccupazione degli uomini su come gli altri potrebbero considerarli, con una conseguente tendenza ad autopromuoversi condividendo di sé le informazioni positive e tacendo quelle negative”. Pensando magari che, ‘se non lo dico, non è accaduto’.  




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