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Cisl: Zes, la firma del decreto è un punto di partenza. Ora si decida sul ponte

CATANIA – «La firma del decreto istitutivo della ZES è solo il punto di partenza per sviluppare tutte le potenzialità che sono contenute nelle zone economiche speciali. Un riconoscimento va ai governi nazionale e regionale per l’impegno sui progetti di infrastrutturazione e le grandi opere per lo sviluppo che riguardano anche l’area metropolitana di Catania. Ora si decida seriamente del Ponte sullo Stretto».
Così commenta Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, la firma del decreto istitutivo delle Zone Economiche Speciali per la Regione Siciliana da parte del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano.
«Già tre anni fa – ricorda con orgoglio Attanasio – la Cisl di Catania è stata la prima forza sociale in Sicilia ad avviare un dibattito propositivo sulle ZES, con il convegno del mese di dicembre 2017, al quale parteciparono l’allora ministro De Vincenti e la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, oltre alle forze imprenditoriali e alle istituzioni locali».

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«Nel frattempo non siamo stati con le mani in mano – aggiunge – incalzando la politica regionale a non perdere tempo. Nel 2018, abbiamo sollecitato il presidente Musumeci, che aveva appena incontrato le autorità portuali di Catania, Augusta e Palermo, a emanare il provvedimento di proposta. Oggi, ci fa piacere che abbia accolto anche le nostre indicazioni di due anni fa, sulla necessità dell’estensione alle zone industriali di Catania-Belpasso-Caltagirone e il polo di Gela».

Secondo il segretario della Cisl etnea «per la ZES diventano strategici i lavori di ampliamento dell’Interporto, quelli di consolidamento e la messa in sicurezza del porto, la riqualificazione del retroporto, che devono sostenere le ulteriori infrastrutture viarie tra l’area catanese e le altre province siciliane orientali». «La ZES permetterà, oltre al credito d’imposta per gli investimenti, potenziato con la soglia a 50 milioni – sottolinea – la sburocratizzazione di molte procedure, la formazione di personale per l’internazionalizzazione dei mercati, il rifacimento delle aree extraurbane. Tutto ciò dovrà consentire a Catania di diventare una porta del Mediterraneo per i traffici tra Europa e Asia attraverso il Canale di Suez».

«Ora – conclude Attanasio – manca il passaggio fondamentale costituito dal Ponte sullo Stretto. La ripresa del dibattito non sia né accademia né propaganda, ma porti a risultati concreti per la fattibilità dell’opera».

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