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Sicilia: voto segreto e Ars boccia riforma province

De Luca (Scn) 'ddl province? A governo mancano i numeri, Schifani si dimetta'. Cuffaro (Dc), 'sconcertante voto Ars su ddl province'

Con voto segreto, l’Assemblea regionale siciliana ha bocciato l’articolo 1 della riforma che punta alla reintroduzione delle province in Sicilia. Il primo articolo è stato bocciato con 40 voti contrari e appena 25 favorevoli. In Aula era presente anche il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

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“Lo schiaffone a Schifani sulle province si è sentito fino a Roma e non può non avere conseguenze. Questo governo deve andare a casa”. Così il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca intervenendo in Aula appena dopo la netta bocciatura dell’articolo 1 della legge sulle province che decreta la bocciatura dell’intero apparato normativo.

“Si tratta – prosegue – di un risultato anche più clamoroso di quello che immaginavo, anche se avevo sottolineato che questo ddl non era condiviso nemmeno dalla sua maggioranza, ma Schifani ha avuto l’arroganza di presentarsi in aula e prendere in diretta questa sonora batosta sulla legge che porta la sua firma. Ora tragga le dovute conseguenze e si dimetta, anche perché questa è l’ennesima dimostrazione che questo governo non ha più maggioranza né in aula né fuori da essa”.

 

“Governo ancora sotto, altro che province qui si torna al voto prima del previsto, la maggioranza non c’è più”. A dirlo è il deputato regionale Ismaele La Vardera (Sud chiama nord) dopo che il voto segreto d’aula che ha bocciato l’articolo 1 del ddl province.

“Le opposizioni e la maggioranza sembrano essere un’unica cosa ormai: continuano a mandare sotto il governo Schifani – aggiunge – Chi non vuole vedere può continuare a far finta di nulla, ma è chiaro che la vera maggioranza è l’opposizione oggi. Qui si parla di istituire la province ma già dovremmo pensare alle prossime regionali che, di questo passo, non sono così lontane”.

 

“La bocciatura del disegno di legge sul voto diretto nelle province in Sicilia rappresenta l’ennesima sconfitta per il governo di Renato Schifani, nel giro di pochi giorni. L’Assemblea, con il voto segreto richiesto dal nostro gruppo e che ha visto 25 favorevoli e 40 contrari, al mantenimento dell’art. 1 della norma, ha bocciato la norma sulla elezione diretta per le province mettendo in evidenza una maggioranza che è andata sotto”. Così il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca.

“Avevamo invitato il presidente Schifani a un confronto costruttivo su un anno di attività, ma purtroppo la sua presenza oggi sembra essere stata ancora una volta sfortunata per la sua stessa maggioranza – aggiunge – È evidente che l’atteggiamento intimidatorio del presidente Schifani non ha sortito gli effetti sperati. E’ giunto il momento di voltare pagina e di scegliere un presidente degno di questo nome. Alla luce di quanto è successo il presidente Schifani non può che dimettersi. C’è di mezzo credibilità della Sicilia. D’altronde lui stesso aveva affermato entrando in aula che si sarebbe dimesso in caso di voto negativo, sia coerente e si dimetta”.

 

“Suscita grande sconcerto il voto dell’Ars che, nei fatti, blocca il percorso del disegno di legge per l’elezione diretta degli organi di province e città metropolitane. Di fronte a partiti di maggioranza compattamente schierati per raggiungere l’importante obiettivo, almeno nelle dichiarazioni ufficiali, abbiamo registrato, incredibilmente, scelte di segno opposto di diversi deputati della stessa maggioranza”. Così il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro.

“Con la complicità del voto segreto, qualcuno è stato evidentemente guidato da ben altri intendimenti e, probabilmente, preoccupato dalla possibilità di restituire ai cittadini la parola sul governo degli enti di area vasta – aggiunge – Sarebbe stato opportuno che chi non voleva il ritorno delle province lo dicesse per tempo, evitando la vergogna a cui abbiamo assistito oggi. Chi ha votato contro non ha tenuto conto dello stato indecoroso di scuole, strade provinciali dissestate e divenute, a causa dei rifiuti, discariche a cielo aperto, anteponendo l’interesse proprio a quello dell’intera comunità”.

 

 

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