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Festa della Musica, Teatro Massimo Bellini: prima italiana del melodramma Daisi

E' nato il gemellaggio tra il Teatro Massimo Bellini e il Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tblisi, sinergia che prenderà il via in occasione della Festa della Musica con la prima italiana dell’opera Daisi

“La Festa della Musica che si festeggia ogni anno il 21 giugno unisce i popoli del mondo: e ciò in forza di un linguaggio universale in cui le diverse identità culturali s’incontrano e dialogano. È con questo spirito di scambio culturale che è nato il gemellaggio tra il nostro Teatro Massimo Bellini e il Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tblisi, sinergia che prenderà il via proprio in occasione della Festa della Musica con la prima italiana dell’opera Daisi, capolavoro di Zakaria Paliashvili”. Così il sovrintendente Giovanni Cultrera di Montesano annuncia lo spettacolo che andrà in scena in esclusiva il 21 giugno alle 20:30 sul palcoscenico dell’ente lirico etneo.

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“In questo contesto di eccellenza – sottolinea il commissario straordinario Daniela Lo Cascio – Daisi continua ad essere ammirata e rappresentata in tutto il mondo, portando la ricca cultura e l’eredità musicale della Georgia a un pubblico internazionale. La tappa etnea del 21 giugno è perciò una delle più importanti della Festa della Musica 2023”.

Il prezzo popolare dei biglietti, da 5 a 10 euro, è stato voluto per permettere a tutti di godere di una serata all’opera nella sala di uno dei teatri più belli del mondo, in una ricorrenza che accomuna l’universo globale della musica con un titolo così interessante.

In Daisi Paliashvili mette in musica il libretto in tre atti di Valerian Guni, adattato per l’occasione in lingua italiana da Sirio Scacchetti. Il maestro Zaza Azmaiparashvili dirigerà le masse artistiche del Bellini, Orchestra e Coro, quest’ultimo istruito da Luigi Petrozziello.

Sul palco un cast internazionale di cantanti lirici: il tenore Matteo Falcier (Malkhaz, guardia), il baritono Domenico Balzani (Kiazo, centurione), il soprano Eva Corbetta (Maro, contadina), il mezzosoprano Anastasia Boldyreva (Nano, contadina amica di Maro), il tenore Roberto Cresca (Tito, giovane contadino), il basso George Andguladze (Tsangala, anziano del villaggio).

La regia è di Gocha Kapanadze; scene e costumi di Georgi AlAleksi-Meskhishvili; proiezioni e ligth design di David Matchavariani. L’allestimento è del Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tbilisi in coproduzione con il Teatro Massimo Bellini di Catania. Direttore generale del teatro georgiano è Badri Maisuradze.

Paliashvili è considerato il padre dell’opera nazionale georgiana. L’entusiasmante successo della sua prima opera aveva ispirato Paliashvili a comporne un’altra: il dramma lirico Daisi (“Crepuscolo” o “Tramonto”) su libretto di Valerian Gunia, personalità dell’arte scenica, attore e drammaturgo. Il dramma dell’amore e della gelosia in Daisi è rappresentato sullo sfondo di scene di genere nazionale. Maro, una bella ragazza, è promessa in sposa per volontà dei genitori a Kiazo, coraggioso e ambizioso. La ragazza, tuttavia, ama il suo amico d’infanzia Malkhaz, un giovane guerriero. Tsangal, il giullare del villaggio, ne parla a Kiazo, che sfida Malkhaz. In quel momento il Paese viene attaccato dai nemici. Il popolo è allarmato, ma gli avversari, dimenticando il loro dovere verso la madrepatria, continuano a duellare e Malkhaz viene ferito a morte. Il popolo censura severamente l’uomo che non ha saputo frenare le sue passioni nel giorno della prova per il Paese. Maro è in lutto per la morte del suo innamorato. Così, il crepuscolo cala prematuramente sulla vita dei tre giovani. Paliashvili dedicò quest’opera al suo unico figlio Irakly, della cui morte prematura aveva profondamente sofferto. La prima rappresentazione di Daisi si tenne il 19 dicembre 1923. L’opera fu prodotta e messa in scena da Kote Marjanishvili, le scenografie furono disegnate da Valerian Sidamon-Eristavi, il direttore d’orchestra era Ivane Paliashvili, fratello del compositore. Le parti principali furono interpretate da V. Sarajishvili (Malkhaz), E. Popova (Maro) e Krzhizhanovsky (Kiazko).

La musica è commovente e coinvolgente, con melodie liriche e cori potenti. Presenta inoltre elementi di tradizione e folklore, che arricchiscono la narrazione e creano un’esperienza unica per il pubblico, grazie ad una creazione che va ricondotta alla nascita dell’opera nazionale georgiana. Un percorso esaltante iniziato nelle intenzioni a metà Ottocento.

Dal 1851, quando fu aperto il teatro dell’opera nella capitale, la lirica ottenne infatti un grande successo. La stampa e le figure pubbliche del movimento di liberazione nazionale iniziarono a discutere sulla necessità di creare un’opera nazionale georgiana come simbolo di indipendenza culturale e originalità. Ma i tempi non erano maturi. Quarant’anni dopo, nel 1891, il ventenne Zakaria Paliashvili, che si era rivelato molto dotato sin da bambino, entrò nella scuola di musica di Tbilisi. Tuttavia una tale formazione da sola non bastava per raggiungere l’obiettivo a cui aspiravano gli intellettuali georgiani. Fu perciò con la loro approvazione e il loro sostegno finanziario che il giovane si recò al Conservatorio di Mosca per studiare sotto la guida di un noto compositore, Sergei Taneyev.

Appena tornato a Tbilisi, Zakaria riprese il lavoro di ricerca sulla musica folkloristica, iniziato durante gli anni di studio, pubblicando in raccolte le canzoni popolari e i canti ortodossi georgiani.

Nel 1917 fu aperto a Tbilisi il primo istituto di istruzione superiore della Georgia e della Transcaucasia, il Conservatorio di Stato di Tbilisi. Ben presto Zakaria Paliashvili fu nominato rettore. A quel tempo il conservatorio era subordinato alla “società musicale russa”, ma Paliashvili aveva una strategia diversa: s’impegnò per far sì che il conservatorio diventasse un’istituzione educativa georgiana, dove tutti avrebbero potuto studiare in lingua originale e, accanto al patrimonio classico occidentale, si sarebbe prestata particolare attenzione allo studio della musica nazionale. Contemporaneamente Zakaria Paliashvili era impegnato a comporre una partitura che avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella nuova cultura musicale professionale georgiana. Si trattava di Abesalom e Eteri (1919), un’opera classica basata da un lato su trama e musica georgiane, dall’altro su forme operistiche tradizionali europee, ponendo

la solida base dell’opera nazionale ma anche della nuova musica professionale georgiana. Poco dopo la prima di Abesalon, nel 1920, il compositore iniziò a scrivere una nuova opera, Daisi. Il pubblico si affezionò rapidamente a questo melodramma romantico-patriottico. Come i titoli di Verdi, alcuni brani si ascoltano spesso in Georgia nella vita quotidiana. È sulla musica di una delle scene di Daisi che si basa l’inno nazionale della Georgia. Dal 1937 il Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tbilisi è perciò intitolato a Zakaria Paliashvili. Il Teatro era stato inaugurato nel 1851, nel periodo in cui la Georgia era stata occupata dall’Impero russo e ne faceva quindi parte. Il viceré del Caucaso Mikhail Vorontsov mirava alla piena russificazione della regione, proprio con l’aiuto della cultura. Parte di questa politica di ampio respiro consisteva in primo luogo nell’ottenere il sostegno dell’aristocrazia ribelle, attraverso l’istituzione di una rivista e di un teatro georgiani, che dovevano però essere gradualmente trasformati in quelli russi. Il Teatro dell’Opera di Tbilisi rientrava in questo piano, in quanto era uno dei più illustri dell’impero, ovvero il primo Teatro d’opera della Transcaucasia e la più importante istituzione culturale dell’intero Caucaso. Anche l’edificio era speciale, progettato da un architetto italiano, Scudieri. La sala era stata affidata al decoratore francese Derbez, che aveva lavorato all’Opéra di Parigi.

Tutte le maggiori opere messe in scena in Europa sono state rappresentate all’Opera di Tbilisi, che ha tenuto il passo con i più grandi teatri d’Europa e d’America. Tre anni dopo l’apertura, fu messo in scena il primo balletto in versione integrale, La Gitana con la coreografia di Taglioni. Da allora, artisti d’opera e di balletto di fama mondiale sono gli ospiti richiesti in un Teatro dove sono chiamati ad esibirsi accanto a colleghi georgiani.

L’incendio del primo edificio fu una grande tragedia per Tbilisi. Nel 1880, il concorso per il progetto fu vinto da Victor Schröter, al quale appartengono anche i progetti dell’Opera di Kiev, numerose case, un museo e una chiesa a San Pietroburgo. La sistemazione del palcoscenico fu affidata al celebre decoratore dei teatri imperiali Valts. Il secondo e attuale edificio fu inaugurato nel 1896.

Nel 1918 la Georgia ottenne l’indipendenza e gli stessi anni furono contrassegnati da alcune prime esecuzioni di opere fondamentali per la cultura musicale georgiana, che ebbero luogo proprio in questo teatro. Innanzitutto la prima opera georgiana (Christine di Gogniashvili) e poi, nel 1919 altri titoli particolarmente amati dal pubblico e che fanno parte del repertorio costante: Abesalom e Eteri di Paliashvili e Keto e Kote, un’opera comica di Victor Dolidze, che è stata un successo assoluto di tutti i tempi e gode di enorme popolarità. Nel 1923 fu la volta di Daisi.

Sul podio catanese approda Zaza Azmaiparashvili, diplomato in Direzione corale al Conservatorio Statale di Tbilisi nel 1985, conseguendo poi il diploma post-laurea in Direzione d’opera e sinfonica presso il Conservatorio Rimsky-Korsakov di San Pietroburgo nel 1991 con Yuri Temirkanov. Dal 1985 al 2004 è stato direttore dell’Orchestra Sinfonica della Radio e della TV georgiana e ha effettuato tournée in Turchia, Italia e Spagna. Dal 1991 è professore ordinario presso il Dipartimento di Opera del Conservatorio di Stato di Tbilisi.
Nel 1995 ha ricevuto il secondo premio (primo non assegnato) risultando vincitore del 2° Concorso internazionale di direzione d’orchestra Prokofiev. Il suo repertorio e vastissimo ed è stato invitato a dirigere opere di Verdi, come La traviata e Il trovatore al Bolshoi di Mosca. Nel 1998 ha diretto Aida al BRAVO International Opera Festival, fondato dal famoso cantante georgiano Paata Burchuladze. Dal 2004 al 2009 è stato direttore principale e direttore artistico del Teatro Nazionale Georgiano dell’Opera e del Balletto di Tbilisi, con il quale nel 2008 ha effettuato due tournée in Israele e di cui è stato direttore onorario nel 2014-16. Nel 2003-2004 ha collaborato con l’Orchestra Sinfonica Čajkovskij di Mosca.

 

 

Dal 1980, tutte le stelle dell’opera georgiana (Paata Burchuladze, Zurab Sotkilava, Makvala Kasrashvili, Tsisana Tatishvili, Badri Maisuradze, George Gagnidze, Lado Ataneli, tra gli altri) hanno lavorato con lui, così come artisti di fama mondiale, quali Elena Obraztsova, Simon Estes, Ferruccio Furlanetto, Dmitri Hvorostovsky, Christian Johanson, Andrea Rost, Dolora Zajick, Gegham Grigoryan, Marcello Alvarez. Info: teatromassimobellini.it

 

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