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Ciro Moriello candidato alla Camera con il MAIE: “Ecco la mia storia”

(Adnkronos) –
Roma, 24 Agosto 2022 – Un ponte verso l’America. Ciro Moriello, candidato alla Camera con il MAIE, non ha mai fatto politica dentro ai palazzi: “È la prima volta in assoluto che mi candido”, spiega Ciro Moriello mentre ripercorre a piccoli passi la storia della sua vita. “Non sono mai stato attratto dalla politica di palazzo. La mia missione era quella di aiutare la gente bisognosa di aiuto una volta arrivata negli Stati Uniti”. 

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Imprenditore nel campo della ristorazione e dello spettacolo, attuale presidente del Princeton Italian American Sportsman Club, emigrato negli Stati Uniti appena maggiorenne, la storia di Ciro Moriello, è la storia avvincente di un uomo che non ha mai voluto arrendersi di fronte a sfide, percorsi in salita e scossoni.  

È stato questo suo slancio innato al servizio a fare della sua storia, una vera e propria road map incasellata di successi e soddisfazioni. Ciro Moriello, nato a Monte di Procida, ha lasciato la sua terra all’età di 18 anni per dirigersi nel New Jersey dove ha avviato una fiorente attività imprenditoriale nel settore della ristorazione e dell’organizzazione di eventi. Alla sola età di vent’anni, Ciro Moriello aveva già contribuito all’apertura di un ristorante: “Avevo, ed ho ancora tutt’ora, questa grande capacità imprenditoriale che mi rende molto naturale lavorare per avviare e costruire una nuova attività”, spiega il candidato Ciro Moriello, “fare progetti, programmare, lanciarsi in nuovi mercati, stare e condividere idee con professionisti, mi riempie di soddisfazioni”. 

Aiutare per permettere a chiunque di realizzare i propri sogni: quel sogno americano che ancora sembra essere un miraggio per molti. “Ho sempre creduto in quello che facevo”, spiega Ciro Moriello, “la vita mi ha dato una moglie che amo moltissimo, tre figli che ora sono grandi e incamminati per la loro strada, con le loro lauree in psicologia e scienze sanitarie. Negli USA ho trovato molte possibilità per me e la mia famiglia ed è così che ho messo sempre a disposizione degli altri le mie capacità imprenditoriali ed umane”. 

Una cosa su tutte però, ha sempre caratterizzato Ciro Moriello: la sua passione per la musica. “Lo ammetto, io senza musica, la musica italiana, farei ben poco”, spiega Ciro Moriello, “ho ballato tantissimo in gioventù fino a quando decisi di diventare produttore lavorando con cantanti del calibro di Gianni Morandi, che portai anche negli States, Antonella Clerici, i Pooh, Gigi d’Alessio agli esordi della sua carriera, insomma, una lunga lista di collaborazioni”. 

Una passione innata per la musica, forse cresciuta per cercare di lenire la distanza con la terra natia. “Come produttore ho anche organizzato molti tour negli Stati Uniti portando numerosi artisti italiani, di nota fama internazionale e nazionale, nelle sale da concerto americane, contribuendo a far conoscere la nostra cultura in tutti gli Stati Uniti”, continua Ciro Moriello, “negli anni abbiamo organizzato eventi con cantanti italiani persino nella Broadway stellare contribuendo a posizionare la cultura italiana nel tempio americano dell’arte cinematografica”.  

L’arrivo in politica di Ciro Moriello è stato qualcosa di similmente naturale. “Non ho mai fatto politica di palazzo, ma inconsapevolmente, ho sempre fatto politica tra la gente, si dice che il consolato italiano del New Jersey sia a casa mia”, ride il candidato Ciro Moriello. “Ed effettivamente nel mio Stato non c’è un consolato italiano, ed io non ho mai detto di no a tutte quelle persone che mi chiedevano informazioni sul come fare per vivere nel New Jersey”.  

Da qui, la considerazione sulla storia della comunità italiana negli States e le sfide future: “Noi italiani siamo stati chiamati come manodopera specializzata nell’America del boom economico. Qui arrivavano operai, ingegneri, geometri. Ora questo flusso si è interrotto per via del visto che dura solo tre mesi e per colpa della Call On Job che impedisce a molti di venire negli Stati Uniti per trovare fortuna. Mancano le Istituzioni italiane ad aiutare, il mio Stato non ha un consolato, per rinnovare un passaporto ci vogliono sei mesi, per non parlare dell’appuntamento, visti, carte d’identità. Insomma, la nostra comunità ha bisogno di essere valorizzata nuovamente e di essere messa al centro dell’agenda di governo. La comunità italiana canadese e nord americana sono il cuore pulsante dell’immagine italiana in questi due Stati che sono tra i più forti ed importanti al mondo. Il mio impegno sarà quello di tutelarla e continuare a farla crescere”. 

Responsabilità editoriale: TiLinko – Img Solutions srl 


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