Home Cultura Sikellìa: canti, musiche e cunti siciliani della terra più amata del Mediterraneo

Sikellìa: canti, musiche e cunti siciliani della terra più amata del Mediterraneo

SAN GREGORIO (CT) – Sikellìa come storia di Sicilia raccontata con la voce dell’Aedo dell’Etna, Alfio Patti, le note della fisarmonica del M° Carmelo Pezzino e della chitarra di Simone Caruso.Questo l’appuntamento di sabato 10 luglio, alle ore 21 nell’Arena dell’Auditorium “Carlo Alberto Dalla Chiesa” di Via Carlo Alberto, 6. Portare la mascherina. Ingresso libero.
Le strade che l’artista sangregorese percorrerà in un susseguirsi di brani della tradizione siciliana, ma anche brani di sua composizione arricchiti dalle varianti di Pezzino e Caruso, sono quelle dei sentimenti del popolo siciliano, com’erano e come sono oggi.  Sono anche le strade che i suoi spettacoli hanno fatto, dalla Sicilia al nord Italia, dall’Australia all’America, dal Sud Africa alla Francia dove ha testato uno stile tutto suo che è risultato di successo.

Patti racconterà una Sicilia che sedimenta nel tempo e che si rinnova dalle sue stesse ceneri.
Una voce vecchia e nuova che propone l’amore, il duro lavoro dei campi, la religiosità, il senso di giustizia, la gelosia, l’emigrazione, negli usi e costumi della gente siciliana “cuntati” da Alfio Patti attraverso canzoni e versi che si perdono nel tempo ma anche con brani propri e di autori contemporanei.
La versatilità dell’artista etneo gli fa indossare i panni di aedo e quelli di “atturi di bagghiu”.

«Nel nostro programma – ha dichiarato l’assessore allo Spettacolo, Giovanni Zappalà – sono state inserite tutte le discipline artistiche e quella della musica etnica di Alfio Patti non poteva mancare; l’amministrazione Corsaro ha sempre valorizzato la cultura identitaria e delle nostre tradizioni, così ricca e millenaria».

Nei percorsi fatti dal poeta-cantastorie non vi è alcuna apologia del passato, anzi, attraverso l’ironia che lo contraddistingue egli esorcizza le dure condizioni della vita del passato soprattutto quelle che vedevano la donna sottomessa e frustrata.

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