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Regardez il Faust rivisitato

Zafferana Etnea –  All’ Anfiteatro di Zafferana Etnea una storia inedita, Regardez immaginata e scritta da Francesco Coppa, uno spettacolo in cui si intrecciano recitazione e danza, dando vita ad una coinvolgente commistione di generi. Le coreografie sono affidate a Valentina Cristaldi, già ballerina professionista e titolare della compagnia Oltredanza di Zafferana Etnea. Attori e danzatori si sono avvicendati in uno scenario onirico, lungo il quale i protagonisti hanno rappresentato sentimenti ed emozioni contrastanti, suggerendo riflessioni ideologiche di grande attualità. Le allegorie dell’opera, hanno colto a piene mani ad un’opera di cui erano presenti diversi riferimenti e cioè il Faust di Goethe: la vita travagliata e la tentazione del protagonista un Mefistofele rappresentato da una decina di ballerine vestite da diavolesse; l’anima impersonata da un angelo il poderoso Riccardo Carrabino presente nella transizione, in un purgatorio empirico; la strada, come rappresentazione del viatico in cui vengono sviscerati i conflitti interiori, attraverso un sognante confronto con la tentazione e la coscienza, con la vita e con la morte. E poi Margot la tanto amata Margherita di Faust.

 

Ma chi era Faust? Faust è l’alchimista, il mago che è disposto a vendere l’anima per scoprire il segreto della vita, per restare immortale per essere un seduttore galante…di azione in azione, Faust prova, con l’aiuto di Mefistofele, i piaceri della carne, quelli dell’amore e della conoscenza. Goethe immagina per lui la redenzione e la salvezza finale, prima attraverso la figura di Margherita, l’amore puro, che morirà per lui, e, nella seconda parte dell’opera, di Elena, rappresentante dello splendore ideale della classicità. Questo nella finzione artistica. Ma il Faust autentico e vivente, quello che dopo la grande stagione del Medioevo, e con maggiore forza negli ultimi due secoli è il simbolo dell’uomo europeo, non vende più l’anima al Diavolo, semplicemente la ignora, non sa di averla, non si prende più neppure la briga di negarne l’esistenza, e va avanti, corre, agisce, o meglio ormai è agito da quelle medesime forze che ha suscitato (la Scienza, la Ragione, la Tecnica, il Progresso, il Piacere).

La figura dell’errabonda anima del nostro protagonista l’angelo salvatore col suo provvidenziale aspetto di un uomo colto possente colui che salva Faust è la Cura. Egli ha conservato la sua umanità grazie alle donne che ha amato, Margherita ed Elena, ed il suo proponimento finale è “Potessi, o Natura, starti innanzi come uomo e null’altro, allora varrebbe la pena di essere uomo.” Ed ancora, dialogando con la Cura, deplora quel passato in cui non ha fatto che correre per il mondo, “desiderato e raggiunto il desiderato, ed ho nuovamente desiderato e sono passato attraverso la vita come un turbine”. Bellissime le piccole danzatrici che segnano la tenerezza delle cure che il nostro barbone professionista sogna in tutte le loro estrinsecazioni. Lo spettacolo ha tutte le prerogative per diventare un musical di potente espressione.

 

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