Home Spettacolo 97° anniversario della morte di Nino Martoglio in scena Sperduti nel buio

97° anniversario della morte di Nino Martoglio in scena Sperduti nel buio

Catania – Nel 97° anniversario della morte di Nino Martoglio il Centro teatrale Fabbricateatro mette in scena sabato 15 Settembre alle ore 20,00, al Piccolo Teatro della Città di Catania (via Federico Ciccaglione 29), lo spettacolo “Sperduti nel buio (‘ntra lustru e scuru)” – Viaggio nell’inferno di Catania da Nino Martoglio a Pippo Fava, testo di Nino Bellia e regia di Elio Gimbo. La serata di sabato 15 Settembre, con il patrocinio dell’Azienda Ospedaliera universitaria Policlinico Vittorio Emanuele, sarà un vero e proprio omaggio al grande regista belpassese, fondatore del teatro contemporaneo siciliano e prima della rappresentazione ci saranno alcuni interventi inerenti proprio alla morte di Nino Martoglio e sulla ricerca condotta da Elio Gimbo e Gianni Nicotra di Fabbricateatro. Alla fine dello spettacolo è previsto un rinfresco.

“Sperduti nel buio”, con le scene di Bernardo Perrone, i filmati di Gianni Nicotra e la ricerca musicale di Schizzi d’Arte, vede in scena la Marionettistica Fratelli Napoli (Fiorenzo e Marco Napoli), Cinzia Caminiti con le sue canzoni dal vivo, Cosimo Coltraro, Giuseppe Carbone e Sabrina Tellico.  Il lavoro mette in rilievo le contraddizioni di una città come Catania, che alterna, ieri come oggi, risata e tragedia, luci ed ombre, cultura e povertà, tradizione ed innovazione. La città dell’Elefante è rappresentata da illustri personaggi della cultura e del giornalismo come Nino Martoglio e Pippo Fava che, accomunati da un destino tragico, proteggono le bellezze, i sapori ed i colori di una terra dalle mille risorse e che si contraddistingue per il suo modo di essere tutto ed il contrario di tutto, tra i problemi atavici, la politica arruffona, la colorata e colorita festa di Sant’Agata, le sue voci popolari, i volti amici e tanta ipocrisia.

 

La pièce apre uno spiraglio – con intento sociale ed indagatore – sulla misteriosa e precoce morte di Nino Martoglio, sviluppando, come sottolinea il regista Elio Gimbo, “una riflessione sulla città e sul suo rapporto con una piccola e valorosa tradizione di artisti-intellettuali, magari minoritaria, ma feconda di risultati e nobile d’intenti: intellettuali e artisti che hanno fatto e fanno “politica con altri mezzi” e questa corrente passa per Nino Martoglio e Giuseppe Fava”.

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