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“Teruar 2023 Fiera del vino etico” a Scicli, Palazzo Spadaro: una “sciroccata” festa barocca

“La città di Scicli sorge all'incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo di una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini”. E. Vittorini

Scicli si trova in Sicilia, in provincia di Ragusa ed è una monumentale città barocca, insignita nel 2002 del titolo di Patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO, insieme con altri sette comuni nella lista delle Città tardo barocche del Val di Noto. La cittadina è diventata famosa anche per la fiction del commissario Montalbano, dove alcune location come la Questura di Montelusa, situata in Palazzo Iacono, e Punta Corvo, un contesto paesaggistico straordinario di agavi, fichi d’india, capperi, palme e canneti e la casetta del finanziere con una piccola guardiola sul bordo della scogliera che si affaccia sull’azzurro del cielo e del mare, sono diventate immagini cult della nostra “mitica” isola.  Nel caso in fattispecie “Teruar la fiera del vino etico” è stato tenuto a Palazzo Spadaro di stile tardo-Barocco; di proprietà della omonima famiglia di origine modicana trasferitasi a Scicli nel ‘600, che all’interno diventa in stile liberty, tipico dei nostri palazzi e tipico del nostro modo di essere: la facciata barocca e l’interno liberty, come per dire “formali fuori il palazzo e informali dentro il palazzo” o “fastosi e decadenti”, come mi piace definire i siciliani di una certa classe sociale, nei pensieri, e nel comportamento individuale e collettivo. Tant’è che Teruar la fiera del vino etico si scrive come si legge e non come è scritto, Terroir che è francese e in enologia significa, “il rapporto che lega un vitigno al microclima e alle caratteristiche minerali del suolo in cui è coltivato, i terroir, determina il carattere e l’unicità del vino che viene prodotto”. Ecco questa è l’essenza della manifestazione ed è stato un piacere constatare di persona, specialmente per noi che siamo arrivati il secondo giorno della manifestazione, che “l’esplorazione delle differenti sfaccettature di un’idea di viticultura dove la natura e l’uomo hanno stretto un tacito accordo”, dichiarazione dell’organizzazione che si è verificata realmente come da definizione “il piccolo scrigno di biodiversità e cultura in grado di raccontare l’insieme di fattori naturali, territoriali e di buone pratiche messe in atto da un artigiano della viticoltura nella coltivazione della sua terra” che con le 80 le cantine presenti, le 11 Regioni d’Italia e le due delegazioni straniere con Spagna e Slovenia, ci ha regalato una “festa barocca in stile liberty” di rara realizzazione.

 

Proprio l’idea dell’Associazione Arsura – Sete Etica, ha creato questa sinergia tra i vignaioli e vignaiole che si incontrano per lo scambio di idee e soluzioni nell’ambito della cultura dei vini naturali, biodinamici e artigianali, e per scegliere uno spazio comune tra i palazzi storici del centro cittadino sottolineandone lo spirito di condivisione proponendosi come una grande festa, un momento di vicinanza tra i vignaioli e il pubblico, come si evince dal video che testimonia l’idea di far condividere il “vino naturale” nel mondo, l’idea di agricoltura e l’idea di sostenibilità: per questo la scelta della presenza di coloro che coltivano “la terra, quindi anche teruar come bene, insostituibile da preservare e tramandare alle giovani generazioni”.

 

 

Scicli(RG): Teruar, la Fiera del vino etico a Palazzo Spadaro

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