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Birra Messina punta sul web e racconta storie siciliane di successo

Roma, 20 apr. – Il 2021 sarà un anno ricco per Birra Messina, che per continuare ad omaggiare la Sicilia ha cercato storie positive di talento, creatività, coraggio e resilienza e le ha trasformate in 9 storie che vivono sul web e si fanno portavoce delle tradizioni più antiche dell’Isola, raccontate in chiave moderna attraverso volti e voci dei suoi protagonisti e che a partire da oggi vivono nella piattaforma digitale “La Sicilia si sente”. Storie che sono raccontate direttamente dai loro protagonisti sui canali social di Birra Messina (Instagram e Facebook, mentre il racconto completo è disponibile sui canali web del brand e sul canale youtube), con cadenza settimanale. Del resto la cooperativa Birrificio Messina, risorta dalle ceneri grazie alla volontà e alla tenacia di alcuni lavoratori che hanno impegnato il loro Tfr per riportare in auge il birrificio, è una storia di orgoglio e “meravigghia” (per dirla alla siciliana) imprenditoriale che ha aperto la strada alla scoperta di altre storie siciliane di passione e coraggio. A supporto della piattaforma, è di nuovo on air sulle principali reti televisive nazionali lo spot ”La Sicilia si sente”, un affresco della Sicilia e dei suoi abitanti, scandito da una poesia in dialetto siciliano scritta ad hoc, per esprimere al meglio la cultura e l’eleganza di questa terra senza tempo, che, proprio come Birra Messina Cristalli di Sale, ha il potere di risvegliare tutti i sensi, grazie anche alla forza della musica travolgente del maestro Ennio Morricone e alle immagini suggestive e spettacolari che l’accompagnano.

Il 2020 è stato un anno “complesso” per Birra Messina ma al contempo “importante” e “addirittura positivo per molti versi”. E’ quanto afferma Mimmo Sorrenti, presidente della cooperativa Birrificio Messina, a due anni dall’accordo con Heineken Italia che vede una partnership in cui una grande multinazionale ha scommesso su una piccola cooperativa locale avendo lanciato Birra Messina Cristalli di Sale, che ha suscitato prima curiosità e poi ha riscosso un grande interesse e successo sul mercato. Ed è così che anche in un momento di grande difficoltà del canale Horeca (fuori casa) causata dalla pandemia, la scommessa si è rivelata vincente perché ha permesso di raggiungere gli obiettivi di produzione prefissati: la Cooperativa Birrificio Messina ha raggiunto la massima capacità produttiva, ma ha anche investito sul birrificio con molteplici ampliamenti strutturali arrivando ad assumere 11 giovani isolani. “Per noi, anche grazie alla partnership con Heineken Italia – sostiene Sorrenti – è iniziato non solo un nuovo percorso di stabilità, in un periodo così incerto, ma anche di crescita. Abbiamo messo in atto una serie di investimenti di grande impatto per il nostro birrificio e perla nostra isola, rendendo la nostra produzione più competitiva, facendo crescere noi e la rete di famiglie e fornitori che ruota intorno alla nostra realtà. E questa è una grande soddisfazione. Siamo riusciti a tenere duro e abbiamo potuto assumere 11 persone e fare investimenti determinanti per la nostra competitività”.

E in effetti la cooperativa ha investito in una nuova sala cottura, una nuova cantina di fermentazione, l’ampliamento del reparto lieviti, l’acquisizione di un pastorizzatore flash, un nuovo magazzino e ultimo, ma non per importanza, un impianto fotovoltaico della potenza di 99,99 Kw che permette al birrificio di essere più green e sostenibile. “Certo qualcosa abbiamo perso, – aggiunge Sorrenti – soprattutto durante i lockdown con i concessionari ma la gente ha continuato a comprare birra nella Grande distribuzione. Noi comunque, guardiamo al futuro, alla rigenerazione di questo stabilimento e di questa cooperativa investendo sui giovani”. Ma non solo Birra Messina, anche la distribuzione nazionale del marchio Birra dello Stretto, prodotto dalla cooperativa, anche attraverso i canali di Heineken Italia come previsto dall’accordo, ha permesso di raggiungere volumi importanti, in un momento in cui le birre artigianali hanno visto diminuire notevolmente le vendite per la crisi dei consumi fuori casa.
(Adnkronos)

 

 

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