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Burioni: “riaprire scelta politica, usare la libertà con giudizio”

Roberto Burioni
Roberto Burioni

Roma, 18 apr. – “Le riaperture sono una scelta politica” che “io non commento”, ma di fronte alla quale è importante ricordare come “la riduzione del rischio passa attraverso il rispetto di alcune regole molto importanti”. Il virologo Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, interviene in merito all’annunciato allentamento delle misure anti-Covid sul sito ‘MedicalFacts’ da lui fondato. L’invito che lancia è di “usare questa libertà che ci viene concessa con giudizio, perché se ci comportiamo da idioti potremmo perderla molto a breve per riacquistarla chissà quando – avverte – con relativi danni sociali, economici e culturali”. “Come ho detto più volte – scrive Burioni – il decidere riaperture e chiusure spetta alla politica, però la scienza può fornire utili basi. Oggi, rispetto al passato, sappiamo alcune cose che possono essere molto rilevanti. In primo luogo – sottolinea – sappiamo (e prima non lo sapevamo: qualcuno lo pensava, ma un conto è pensare un conto è avere la dimostrazione) che il contagio all’aperto è molto più raro. Naturalmente se parlate a 10 centimetri di distanza per mezz’ora o se vi baciate ci si contagia anche all’aperto, ma se ci si comporta in maniera ragionevole è difficile contrarre l’infezione. Ovviamente ‘aperto’ significa un luogo dove l’aria circola liberamente. Se siete in un gazebo con quattro pareti di plastica non siete più all’aperto, ma siete al chiuso”. E al chiuso, ammonisce più avanti il virologo, “sappiamo che il contagio è facilissimo e con questa nuova variante inglese è più che facilissimo. Quindi massima attenzione quando non siete all’aperto”.

“Inoltre – prosegue Burioni – abbiamo dei vaccini estremamente efficaci, alcuni dei quali (quelli a mRna) con grande probabilità in grado di impedire la trasmissione. I vaccinati non sono ancora tantissimi, ma comunque sono un numero non trascurabile e si spera che aumenteranno in maniera notevole”.”Infine – evidenzia il docente dell’università Vita-Salute San Raffaele – sappiamo (ed è cosa recentissima, anche per questo vale quanto scritto sopra, un conto è ‘pensare’ un conto è avere il lavoro scientifico che prova la cosa) che grandissima parte delle persone che sono guarite dalla malattia sono protette non come dai migliori vaccini, ma quasi, per diversi mesi. Ufficialmente ci sono quasi 4 milioni di guariti, ma c’è la speranza che siano di più. Questi avranno una ridotta capacità di infettarsi e trasmettere la malattia”.
(Labitalia)

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