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18 dicembre seminario: Conoscere le demenze per ridurre il disagio psicofisico della persona

CATANIA- Martedi 18 dicembre dalle 16.30 alle 18.30 seminario sulle demenze cognitive organizzato dalla Global Service e dall’Ugl di Catania.  Giovanni Musumeci, Segretario territoriale U. G. L. Catania e Tommaso Careri, presidente della Soc. Coop. Soc. “Global Service” apriranno i lavori.

“Le previsioni demografiche dell’Istat 2005-2050 mostrano la tendenza all’invecchiamento della popolazione italiana, con una componente over 85 in crescita dal 2% al 7.8% e di conseguenza anche un incremento delle malattie età correlate. Spesso i sintomi di tali problematiche vengono sottovalutati o non attenzionati nel giusto modo e questo chiaramente impedisce di avviare terapie in grado di curare o ritardare la progressione delle malattie”, spiega Tommaso Careri, Direttore dell’Ambulatorio di Neuropsicologia a Enna – Catania.

Sarà un pomeriggio molto denso di informazioni e di proposte interattive con interventi da parte degli operatori intensi dinamici e soprattutto pratici. I relatori sono tutti professionisti che hanno delle specializzazioni in vari settori per proporre un approccio integrato al benessere psicofisico della persona affetta da demenze cognitive e di conseguenza comportamentali.

Tommaso Careri, neuropsicologo, ci parlerà de La “Terapia della Bambola” che riveste un ruolo molto importante nei confronti dei malati di Alzheimer, collocandosi ai primi posti tra le Terapie Non Farmacologiche; Nunzia Aiello, psicologa, del rapporto e sostegno con la famiglia del malato, Laura Pontorno, farmacista e Antonino Maglitto, psichiatra, delle nuove terapie farmacologiche; Paola Fontanazza, pedagogista dell’assistenza riabilitativa e motoria; Nello Di Mauro, life coach del recupero emozionale e motivazionale;  Susanna Basile, sessuologa clinica, del rapporto con il corpo da un punto di vista bioenergetico;  Claudio Basile, avvocato, delle problematiche riguardanti l’Interdizione del malato da decadimento cognitivo.

Con il termine di demenza si definisce una sindrome clinica caratterizzata da perdita delle funzioni cognitive, di entità tale da interferire con le usuali attività sociali e lavorative della persona e da rappresentare un deciso peggioramento rispetto ad un precedente livello funzionale della persona stessa. La sindrome è contraddistinta dalla comparsa di sintomi cognitivi e non cognitivi. I sintomi cognitivi sono sintomi primari, rappresentano la diretta conseguenza del processo morboso cerebrale.

I sintomi cognitivi includono:

deficit della memoria: compromissione della capacità di apprendere nuove informazioni o di richiamare informazioni precedentemente apprese;

afasia: disturbo del linguaggio, caratterizzato da perdita della capacità di esprimersi, di scrivere o di comprendere il linguaggio scritto o parlato;

aprassia: compromissione della capacità di eseguire attività motorie nonostante l’integrità della comprensione e della motricità

agnosia: incapacità a riconoscere o identificare oggetti, in assenza di deficit sensoriali;

deficit del pensiero astratto e della capacità di critica: difficoltà di pianificare, organizzare, fare ragionamenti astratti, ecc.

I sintomi non cognitivi, BPSD (sintomi comportamentali e psicologici della demenza) Sono sintomi secondari, cioè espressione del tentativo di adattamento del soggetto ai sintomi cognitivi ed al deficit di funzionamento che ne consegue. Vengono definiti come un gruppo eterogeneo di sintomi da “alterazione della percezione, del contenuto del pensiero, dell’umore o del comportamento, che si osservano frequentemente in pazienti con demenza” (IPA Consensus Conference, 1996).

I BPSD Includono: alterazioni dell’umore: depressione, labilità emotiva, euforia;

ansia; sintomi psicotici: deliri, allucinazioni e misidentificazioni o falsi riconoscimenti;

sintomi neurovegetativi: alterazioni del ritmo sonno-veglia, dell’appetito, del comportamento sessuale;

disturbi della personalità: indifferenza, apatia, disinibizione, irritabilità;

disturbi dell’attività psicomotoria: vagabondaggio, affaccendamento afinalistico, acatisia;

comportamenti specifici: agitazione, aggressività verbale o fisica, vocalizzazione persistente, perseverazioni.

Con la prevenzione e l’informazione molte tragedie familiari di abbandono e di depressione che coinvolgono noi stessi e i nostri familiari possono essere evitate o quantomeno monitorate. Si tratta di recuperare una parte affettiva dei nostri anziani che non è andata “perduta” ma è solo cambiata nel modo di manifestarsi.

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