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Convegno “Educazione affettiva e sessuale. Il dovere di informare, la capacità di educare” organizzato dalla Fiss

Grande appuntamento a Roma per la Fiss (Federazione Italiana Sessuologia Scientifica) per il convegno “Educazione affettiva e sessuale. Il dovere di informare, la capacità di educare”. La giornata è stata organizzata in occasione dell’apertura ufficiale presso la stessa Fiss dell’Osservatorio Nazionale infanzia e adolescenza, per la tutela della salute affettiva e sessuale dei bambini e degli adolescenti e contro la violenza, il bullismo e l’uso improprio della rete. L’Osservatorio sarà senz’altro un efficace strumento per monitorare, attraverso il lavoro e la collaborazione degli iscritti, la situazione dell’infanzia e dell’adolescenza su tutto il territorio nazionale. La Federazione vanta infatti tra i propri iscritti molti Esperti in educazione sessuale, formati dalle scuole di sessuologia aderenti, che sono variamente distribuiti sul territorio e che operano da anni per la diffusione di una educazione affettiva e sessuale secondo le linee guida degli Standard OMS per l’Europa. Si tratta di una educazione olistica, ossia di un intervento che ha dei confini ben più ampi che fornire solo informazione scientificamente corretta su riproduzione e malattie sessualmente trasmissibili, ma che promuove invece lo sviluppo di tutte le competenze necessarie per poter gestire una sessualità consapevole, libera da tabù, responsabile. Si tratta quindi di una visione globale e sistemica, che abbraccia tutte le dimensioni dell’individuo, che comincia con la nascita e dura per per tutta la vita, basata sui diritti umani e sessuali, che pone l’accento non sulla paura del possibile danno, ma sulla salute sessuale e sul benessere complessivo. È chiaro quindi che sarà necessario ampliare gli argomenti affrontati, occuparsi di tante tematiche attualissime, come la violenza di genere, il sesso sotto effetto di alcool o stupefacenti, sexting e cyberbullismo, l’uso e l’abuso di pornografia, ma anche affrontare il mondo interiore, imparare a gestire le emozioni, l’uso dell’empatia, costruire una intelligenza emotiva, riflettere sull’immagine del proprio corpo e i possibili comportamenti autolesivi.

Il confronto con le realtà estere non può che registrare un enorme ritardo italiano, che ancora non ha introdotto un insegnamento obbligatorio nelle scuole, come accade da decenni ormai negli altri stati europei. Ed è dimostrato ormai che l’effetto dell’introduzione di piani di educazione sessuale sin dalla più giovane età ha prodotto un’enorme riduzione di gravidanze di minori e della diffusione dei contagi da malattie sessualmente trasmissibili, oltre che innalzare significativamente l’età del primo rapporto, piuttosto che il contrario come si teme spesso, ingiustificatamente.

Numerosi sono stati poi gli interventi liberi degli iscritti che hanno illustrato i propri progetti già realizzati o in corso di svolgimento, ricchissimi per contenuti, pluralità di strumenti utilizzati e fantasia innovativa per arrivare più facilmente e direttamente a colpire l’attenzione dei bambini o ragazzi e ottenere la loro personale attiva partecipazione. Fondamentale resta comunque il coinvolgimento degli adulti di riferimento, genitori in primo luogo, ma anche insegnanti ed educatori a vario titolo, che hanno bisogno di affiancamento per maturare essi stessi concetti e parole da utilizzare e per liberarsi dalle difficoltà ad affrontare il tema della sessualità, senza pregiudizi, timori e soprattutto imbarazzi.

Gabriella Catania

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