Home Province Catania Maturità il linguista Arcangeli denuncia: ‘clamoroso errore nella traccia su Pascoli’

Maturità il linguista Arcangeli denuncia: ‘clamoroso errore nella traccia su Pascoli’

"La traccia su Pascoli, una delle sette tracce proposte dal ministero per la prova di italiano alla maturità "presenta un clamoroso errore, sul quale mi stanno arrivando centinaia di segnalazioni di persone disorientate, in imbarazzo, dubbiose sull'analisi da svolgere: l'errore è grave e ha mandato in tilt i candidati" - ha dichiarato il linguistica Arcangeli

(Adnkronos) – La traccia su Pascoli, una delle sette tracce proposte dal ministero per la prova di italiano alla maturità “presenta un clamoroso errore, sul quale mi stanno arrivando centinaia di segnalazioni di persone disorientate, in imbarazzo, dubbiose sull’analisi da svolgere: l’errore è grave e ha mandato in tilt i candidati”. A lanciare l’allarme all’Adnkronos è il noto linguista e critico letterario Massimo Arcangeli, che denuncia un errore nella
traccia d’italiano riguardante noto componimento pascoliano (‘La via ferrata’) compreso nelle ‘Myricae’, la prima raccolta poetica pubblicata da Giovanni Pascoli.

“Al punto tre della traccia -scandisce Arcangeli- si parla di un ‘elemento lessicale comune’ che non c’è, non esiste. La traccia infatti domanda: Quale elemento lessicale è presente in ogni strofa della poesia? Qui dunque intendiamo una singola espressione, una singola parola. Bene: questa espressione singola non esiste”. Per spiegare meglio, Arcangeli sottolinea: “Per elemento lessicale comune si intende una parola, o un’espressione, che compaia identica in ciascuna delle tre strofe. Nella poesia non c’è però nessuna parola
che risponda allo scopo, nemmeno un articolo, una preposizione o una congiunzione”. Sulla rete, denuncia Arcangeli, “è esploso il caso, ci sono moltissime proteste. Non solo da parte degli studenti, ma anche dei professori”.

 

 

L’appello del linguista dunque -che ha recentemente raccolto in un dossier le decine di quesiti errati nelle domande del concorso per diventare professori, firmato da intellettuali tra cui Cacciari e Serianni- è quindi netto: “Che se ne tenga conto nella valutazione, perché non so come abbiano potuto rispondere i candidati, non ci sono appigli se non quelli basati sull’intuito”.

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