“Le Colonne d’Ercole, nell’antichità, rappresentavano il limite del mondo conosciuto, oltre il quale, non plus ultra, si credeva ci fosse solo l’ignoto e il caos. Oggi, possiamo interpretare questa metafora alla luce delle sfide che l’uomo affronta nel mondo digitale e dell’intelligenza artificiale”. Così don Arturo Grasso, direttore Ucs diocesi di Acireale e Cesi.
“Come le antiche colonne, l’IA è una frontiera che spinge i confini della conoscenza e delle capacità umane. È un territorio sconosciuto, ricco di potenziale ma anche di pericoli, che ci costringe a riconsiderare chi siamo e quale sia il nostro ruolo nel mondo- si legge – Riflettendo, quindi, sulle Colonne d’Ercole nel contesto dell’IA, possiamo vedere un invito a scrutare nuovi orizzonti di possibilità e di conoscenza, ma anche a esercitare la prudenza e la saggezza nell’affrontare l’incognito. Come gli antichi navigatori, dobbiamo essere coraggiosi nel cercare nuove terre, ma anche consapevoli dei rischi che ciò comporta”.
“Di fronte all’inesplorato, manteniamo salde le nostre virtù e i nostri valori. Dobbiamo essere guidati dal cuore e dalla sapienza, e non dalla paura. Solo così potremo superare la prova dell’IA e raggiungere nuove vette di progresso e realizzazione umana”.