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“Il Mercante di Dio” di Sal Costa

(di Francesco Cusa) Consiglio vivamente la lettura di questo bellissimo libro di Sal Costa, un romanzo storico che narra dei diciassette anni del Cristo di cui non si hanno tracce sia nelle fonti storiche che nei Vangeli. Lo stratagemma adottato è quello del personaggio inventato, immaginario, tal Samuel, sorta di profeta, iniziato fin da ragazzo, che adotta Gesù dopo la crocifissione del padre Giuseppe ad opera dei Romani. La presenza di Gesù è quasi sempre defilata, funge da contorno alle perizie avventurose del mercante Samuel e delle sue “bande” di viaggiatori e trafficanti, ma è magnetica tanto nei silenzi quanto nelle assenze, permea di “umana sacralità” le avventure rocambolesche dei protagonisti.

Per certi aspetti pare d’essere immersi nelle avventure narrate da Salgari o nei mitici racconti su Sindbad il Marinaio, ma ne “Il Mercante di Dio” mancano i mostri e le chimere, e tutto si riconduce con sapienza, grazie anche all’asciutta efficacia della prosa, al magistero dell’esistenza, al sangue, alla sabbia, alla tempesta, alla lotta di Uomini e Natura. Colpisce l’erudita ambientazione del romanzo, l’uso di terminologie, riferimenti, codici propri dell’epoca; spesso occorre metter mano al glossario per tornare poi a immergersi nell’affabulazione che, a dispetto della natura complessa della vicenda, scorre limpidamente, grazie all’orchestrato contrappunto tra prosa e interpunzione, quasi un’agogica funzionale alla leggerezza della lettura.

E’ una scrittura quella di Sal Costa molto cinematografica; infatti sembra di essere di fronte alla perfetta sceneggiatura di un film: tutto perfetto, poco o nulla da cambiare o da adattare per il grande schermo, dialoghi compresi. E’ un viaggio iniziatico che affascina il lettore: Petra, il mar Morto, Samaria, il golfo Persico, Rakkat, la Galileia, il lago di Gennasar, Tiro, Jaffa, l’India, Sokothra, Barizaga sono solo alcuni dei luoghi visitati da Salomon e dalle sue diverse compagnie di viaggiatori, fra assalti di pirati, banditi, tempeste desertiche, assassinii e gozzoviglie in taverne e bordelli di ogni più sordido anfratto sulla via dell’illuminazione. “Il Mercante di Dio” è un’opera colta, seria, profonda che, grazie alla leggiadria della penna di Sal Costa, riesce a essere racconto picaresco, romanzo di viaggio, libro di avventure, testo catartico. Un libro da leggere per ogni stagione dell’anno e della vita.

 

 

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