Home Cultura Dioniso, Bacco, Fufluns: chi è il vero dio del vino e della...

Dioniso, Bacco, Fufluns: chi è il vero dio del vino e della vendemmia?

Una breve e intensa storia tra questi tre dei che rappresentano il vino, l’ebbrezza e la perdita del controllo

Bacco di Caravaggio

Bacco è il Dio del vino e della vendemmia, nonché del piacere dei sensi e del divertimento, il suo culto (baccanale) arrivò nella penisola italica nel II secolo a.C. É raffigurato come un uomo col capo cinto di pampini, non magro né muscoloso: solitamente ebbro, con in mano una coppa di vino o il tirso. I riti relativi comportavano vari disagi alla comunità. Proprio per questo, il senato romano proibì i riti della divinità, (186 a.C.), con il Senatoconsulto de Bacchanalibus.

É una divinità della religione romana, il suo nome lo si deve all’appellativo greco Βάκχος (Bákkhos), con cui il dio greco Dioniso (Διόνυσος), veniva indicato nel momento della possessione estatica. Nella religione romana, Bacchus, da appellativo, diviene nome vero e proprio della divinità. In ambito etrusco corrisponde a Fufluns. Ma Bacco c’entra poco con il più venerabile Dioniso, forse Fufluns è più adatto alla sua descrizione.

Sull’origine del nome non c’è completo accordo, anche se l’identificazione con il dio greco Dionysos è certa. L’appellativo di Dionysos Bakchos, divenne in latino il nome principale del dio (Bacchus). L’iconografia di Fufluns, fin dalla seconda metà del VI sec. a.C., è strettamente legata a quella del dio Diòniso, con tutti gli attributi che erano connessi a quest’ultimo.

Nel V sec. a.C. è attestato a Vulci il culto del dio, in relazione alla coltivazione della vite, attività che rivestiva grande importanza nell’economia della città. Dall’Etruria giunsero a Roma i culti dionisiaci, proibiti nel 186 a.C. dal Senato romano per il grave disordine morale che avrebbero prodotto. Dal IV sec. a.C. si affermano in Etruria le raffigurazioni di Fufluns come giovinetto, a significare il recepimento dei miti legati al mondo greco e connessi con l’infanzia di Dioniso che nacque dall’unione di Zeus con una mortale: Semele, figlia del re di Tebe. Zeus, innamoratosi perdutamente della mortale, le avesse nascosto il suo vero aspetto, ma la giovane Semele, istigata dalla gelosia di Era, gli chiese di poterlo vedere nelle sue vesti di divinità. Così Zeus le comparve con la folgore e lei restò incenerita. Per salvare dal corpo di Semele il piccolo Dioniso, Zeus se lo cucì nella coscia per portarne a compimento la gestazione; quando il bimbo venne alla luce poi, lo affidò alle ninfe del monte Nisa perché lo allevassero. Così il piccolo Dionisio crebbe nella solitudine dei boschi, educato da Sileno, saggio e anziano figlio di Pan e di una ninfa, che gli insegnò a piantare la vite e a fare il vino.

Exit mobile version