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Vaticano, vedova Calabresi su forza del perdono: ‘Anche chi non crede può perdonare’

Gemma Capra, la vedova del commissario Luigi Calabresi assassinato nel maggio 1972 da un commando di Lotta Continua, è intervenuta ad un simposio sulla forza del perdono organizzato in Vaticano

Gemma Capra, la vedova del commissario Luigi Calabresi assassinato nel maggio 1972 da un commando di Lotta Continua, è intervenuta ad un simposio sulla forza del perdono organizzato in Vaticano per la quarta tappa dei “Cammini Giubilari Sinodali”, un percorso organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti in collaborazione con la Basilica di San Pietro per prepararsi al Giubileo del 2025, avendo come orizzonte l’Enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco. “Puo’ perdonare anche chi non crede perché il perdono è un sentimento che riguarda tutti”, ha osservato la vedova Calabresi nel suo intervento ripercorrendo il doloroso e difficile cammino che la ha portata a perdonare gli assassini del marito . “I segni – ha detto – arrivano a tutti, credenti e non. Il perdono è un dono che non si da’ col ragionamento ma con il cuore. E’ un cammino lungo ma ho deciso che era una mia scelta di vita”.

Nella sua toccante testimonianza, la vedova Calabresi ha raccontato un altro momento del suo percorso verso il perdono degli assassini del marito: “Al processo, vidi uno degli imputati abbracciare con tenerezza il figlio. Quell’uomo, capii, non era solo il mandante di un omicidio. Era anche altro. Da quel giorno non li ho più chiamati assassini ma responsabili della morte di mio marito. Tutti abbiamo da perdonare qualcuno, prima o poi i conti col perdono li dobbiamo fare. Non possiamo inchiodare una persona solo all’errore commesso”. Il messaggio della vedova Calabresi: “L’odio non fa più vedere niente di bello. Si può amare ancora la vita anche dopo un dolore lacerante”.

Introducendo il convegno, padre Francesco Occhetta, Segretario Generale della Fondazione Fratelli tutti e moderatore dell’evento, ha spiegato: “A partire dallo scorso anno, abbiamo raccolto l’invito del Papa ad aprirsi all’amicizia sociale e alla dimensione della fraternità come antidoto all’esclusione e all’odio”.

 

Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, ha osservato: “Abbiamo un sogno, vedere costruita la società intorno al principio della fraternità, dando ognuno il contributo per una società più giusta”.

 

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