“Il fatto che Messina Denaro abbia scavalcato le liste d’attesa per fare una Tac si commenta solo: è chiaramente un favoritismo indegno e un comportamento non virtuoso della sanità pubblica. C’è però da dire che durante l’emergenza Covid i problemi maggiori per i pazienti oncologici c’erano per gli interventi chirurgici, spesso rimandati perché gli ospedali erano alle prese con i pazienti colpiti dalla malattia Covid e in condizioni gravi, ma le visite e gli esami diagnostici non hanno subito grandissimi ritardi e soprattutto non si sono fermati”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Elisabetta Iannelli, avvocata, vicepresidente di Aimac (Associazione italiana dei malati di cancro) e segretaria generale di Favo (Federazione delle associazioni di volontariato in oncologia), intervenendo su quanto emerge dall’operazione che oggi ha portato a tre arresti di presunti fiancheggiatori del boss Matteo Messina Denaro che nell’autunno del 2020, quando in pieno periodo Covid scoprì di avere un tumore e necessitava di una Tac, riuscì a scavalcare le liste all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo (Trapani) usando una falsa identità.
Risulta che la prima Tac era stata programmata per il 20 novembre 2020, ma fu anticipata al 17. E fatta ancora prima, il 10 novembre. Messina Denaro nel frattempo era stato ricoverato.
