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La foto che ha commosso il Mondo vince il “World Press Photo of The Year”

A two-year-old Honduran asylum seeker cries as her mother is searched and detained near the U.S.-Mexico border on June 12, 2018 in McAllen, Texas. They had rafted across the Rio Grande from Mexico and were detained by U.S. Border Patrol agents before being sent to a processing center. The following week the Trump administration, under pressure from the public and lawmakers, ended its contraversial policy of separating immigrant children from their parents at the U.S.-Mexico border. Although the child and her mother remained together, they were sent to a series of detention facilities before being released weeks later, pending a future asylum hearing.

La foto intrisa d’emozioni che mostra una bambina honduregna che piange disperata mentre la sua mamma viene perquisita vicino al confine tra Messico e Stati Uniti da un poliziotto texano ha vinto il World Press Photo of The Year, il più importante premio del più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal lontano 1955. La foto è stata scattata il 12 giugno 2018 a McAllen, Texas, vicino al confine con il Messico. John Moore, il vincitore, ha spiegato durante la premiazione che la bambina – Yanela, di due anni – era appena stata posata per terra da sua madre, Sandra Sanchez, per una perquisizione prima dell’arresto, dopo un viaggio durato poco più di un mese prima dall’Honduras, attraverso tutto il Messico fino a giungere al confine statunitense. Proprio in quel periodo l’amministrazione Trump aveva annunciato una politica di “tolleranza zero” alla frontiera, in base alla quale gli immigrati catturati negli Stati Uniti potevano essere perseguiti penalmente. Di conseguenza, molti genitori arrestati furono separati dai loro figli e spesso inviati in diverse strutture di detenzione. La fiaba che ha un risvolto positivo è che sopratutto dopo che dopo che lo scatto iniziò a circolare dappertutto si seppe che le due non furono divise, come invece capitato in tantissimi altri casi. È stato spiegato quindi, che nonostante la foto non rappresenti quindi un effettivo momento di separazione, ne è diventata il simbolo in tutto il mondo e che il giornalismo può e deve essere in grado di far conoscere la verità, proprio per animare le coscienze. Il Time ci fece anche una copertina cinica in cui la bambina anziché guardare disperata la madre è posta di fronte al presidente americano Donald Trump, accusato di essere il responsabile del suo pianto. Il 20 giugno, otto giorni dopo lo scatto e la sua pubblicazione, Trump firmò un ordine esecutivo per mettere fine alla divisione delle famiglie di immigrati irregolari.

La cerimonia di premiazione naturalmente si è svolta ad Amsterdam e i giudici hanno esaminato 78.801 fotografie di 4.738 fotografi da 129 paesi diversi. Presieduta da Whitney C. Johnson, vicepresidente della sezione del National Geographic che si occupa di contenuti visivi, nella giuria anche il fotografo Neil Aldridge, la curatrice Yumi Goto, il fotografo di Getty Images Nana Kofi Acquah, Paul Moakley, responsabile dei progetti speciali di Time, la fotogiornalista Alice Martins e la fotogiornalista di Associated Press Maye-e Wong.
Moore nel suo discorso alla premiazione dice: “la foto è arrivata al cuore di tante persone, come ha fatto con me, perché umanizza una storia più grande”. “È un onore incredibile ricevere questo riconoscimento dalla World Press Photo Foundation. Il mio obiettivo da quando, dieci anni fa, ho iniziato a occuparmi con le mie foto di immigrazione e sicurezza delle frontiere è stato quello di fare luce su una tematica che viene spesso raccontata solo attraverso le statistiche leggibili solo dagli esperti. Sono molto orgoglioso di vedere che questo lavoro sta avendo un impatto su un pubblico globale”

Whitney C. Johnson, vicepresidente della National Geographic, in quell’area che si occupa di contenuti visivi e presidente della giuria del premio di quest’anno, ha spiegato che idealmente la foto dell’anno deve essere “sorprendente, unica, rilevante, memorabile” e che in questo caso i dettagli sono veramente molto interessanti: dalla mancanza del dettaglio dei visi degli adulti, dai guanti indossati dall’ufficiale alla mancanza dei lacci delle scarpe. La fotogiornalista Alice Martins, membro della giuria, ha spiegato invece al pubblico di fotorepoters che la forza di questa foto è lo storytelling e al tempo stesso l’empatia-simpatia che dimostra grazie al fotto di rilevare una sorta di violenza psicologica.
John Moore è un fotografo che da anni lavora per l’agenzia Getty Images, per cui ha scattato la foto in questione. L’immagine era diventata una storia subito dopo essere stata scattata, a giugno 2018, quando venne ripresa dai giornali di tutto il mondo diventando il simbolo della separazione dei minori dai loro genitori e della politica di “tolleranza zero” verso gli immigrati irregolari adottata dall’amministrazione Trump.

Nel corso di tutta la sua carriera, Moore ha vinto moltissimi premi tra cui il Pulitzer Prize nel 2005 per Breaking News Photography, alcune precedenti edizioni del World Press Photo, il Lucy Impact Award 2018, il John Faber Award e la Robert Capa Gold Medal dell’Overseas Press Club, il premio Photographer of the Year di Pictures of the Year International, NPPA e Sony World Photography Organization. Da evidenziare che proprio sul tema immigrazione al confine tra Stati Uniti e Messico, quest’anno ha pubblicato un libro dal titolo “Undocumented: The Immigration and the Militarization of the US-Mexico Border”.
Per altri particolari sul concorso vai a: https://www.worldpressphoto.org/
Per altre foto su Getty Images vai a: https://www.gettyimages.it/

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