sabato 25 Gennaio, 2025, 17: 19 CET
16.1 C
Catania
HomeWineFoodSalina: Azienda Barbanacoli la storia di Clara Schwarzenberg e Diego Taranto

Salina: Azienda Barbanacoli la storia di Clara Schwarzenberg e Diego Taranto

“Siamo nati 3 anni fa ma le nostre viti hanno 40 anni d’età, producono uva di altissima qualità, Malvasia, Catarratto, Corinto nero, piante curate secondo le regole dell’agricoltura biologica”

Visitare Salina come ospiti e creare sinergia con vignaioli e vignaiole è stata un’esperienza magnifica. Grazie all’intelligenza e lungimiranza dell’azienda Barbanacoli a cura di Clara Schwarzenberg e Diego Taranto, abbiamo condiviso la quotidianità dell’isola, abbiamo imparato ad amare i lunghi tempi di gestazione degli appuntamenti approssimati: il tempo sulle isole è un’opinione, quindi come la matematica, come di colui o colei, gran possidente, come nobildonna, ed io e Clara, ex residenti alla corte di Versailles, ce lo ricordiamo, che non sanno bene quanta terra hanno e dove si trova, facendo fede che fuori la terra, cioè quando finisce la terra, c’è l’acqua, di mare, dove puoi conservare le anfore, ma non puoi coltivare la vite.

Pubblicità

Saltando il preavviso e le altre interviste che pubblicheremo della maggior parte di vignaioli e vignaiole delle Isole Eolie iniziamo proprio da chi ci ha “coraggiosamente” invitato sulla base delle nostre credenziali passionali legate al territorio, storia, memoria, ed etica e al servizio che ne consegue.

Tant’è che diamo un sunto del meraviglioso racconto dell’ azienda, condotta da Clara Schwarzenberg e Diego Taranto,  lei parigina nasce attrice e regista di teatro, abbiamo le prove, che produrremo in altri articoli e lui che ci racconta sé stesso e la sua missione.

Intanto dalla viva voce di Clara: “La nostra è una giovane azienda, nasciamo tre anni fa, ma due annate già sono uscite, ma i vini che abbiamo in cura, hanno più di 40 anni. Abbiamo iniziato nel 2017 a fare le nostre prime prove con degli Orange wine dei macerati, la terza generazione Barbanacoli è ancora in maturazione, lavoriamo in acciaio e in anfore di terracotta. Io sono francese e sono venuta a Salina anni fa e mi sono innamorata dell’isola e di Diego Taranto, era il suo sogno proporre la sua versione di Malvasia secca e Malvasia passito. Oggi produciamo due vini bianchi, bianco di Salina e bianco del Comandante, due Orange, Iddi e Orange wine, un vino rosso e la Malvasia passito doc. Barbanacoli è una contrada di Salina, un’abitudine francese che è il terroir cioè il nome del territorio, quando studiavamo le mappe comunali, la vallata si chiamava così:  infatti i più anziani si ricordano di questo nome. “In bottiglia” deve andare il terroir, che è “lo spazio”, quindi il luogo di produzione, e poi “il tempo”,  in quanto il tempo della vigna supera la vita degli esseri umani e anche la geografia delle vigne di Salina che è piuttosto “sparpagliata”, per tutti i nostri “colleghi”. Noi che abbiamo tre ettari di proprietà, siamo stati graziati dal dio del vino e del teatro, Dioniso, visto che io appartengo ad entrambi i due atti di civilizzazione, perchè più di due ettari li abbiamo in contrada Barbanacoli nel comune di Malfa. Per questo come emblema abbiamo scelto il Falco della Regina presente sul blasone di Malfa rappresenta il territorio: a Pollara vivono più di quaranta falchi della Regina. Il falco della Regina è perfetto come emblema perché è libero ed è l’unico falco conviviale, la famiglia vive insieme con i figli e a settembre fanno lezioni di volo insieme”.

 

Le domande sulle qualità del vino Barbanacoli:
Susanna: Raccontaci i vini
“Il bianco del Comandante è fatto con uve che troviamo a contrada Barbanacoli,  dove si piantava in “patchwork”, Nerello, Malvasia, Catarratto, in maniera molto poetica che diventa una bella sfida: sulla Malvasia delle Lipari, sul Catarratto, abbiamo avuto qualche sorpresa come di Zibibbo e di Inzolia, il Comandante, colui che ha impiantato le vigne più di 40 anni fa, se mancava una pianta andava dal vicino e gli chiedeva una pianta. Per questo troviamo nei vini freschezza e sapidità, siamo sul mare, mineralità per i terreni lavici: il Bianco del Comandante va con i cibi dell’accoglienza, tartare di dentice e gamberetti crudi. Nei sapori e nei sentori la Malvasia rimane un “cepage”, un vitigno aromatico, il Catarratto con le note amare fanno pensare a salvia e rosmarino e grazie a Inzolia sentiamo profumi nel naso e in bocca di fiori”.

Susanna: “Esiste un’alchimia del vino?”
“La composizione insieme ovvero il “coimpiantamento”, di cui ci sono studi da colleghi “vigneron”, che le piante comunicano tra di loro e quindi crescendo insieme le porta ad armonizzarsi nel ritmo, per esempio nel controllo della maturazione ciò avviene per zone e non per vitigni e quindi per fare un vino di “assemblage” è veramente un pregio che le piante vivano insieme”.

Susanna: “Di recente abbiamo saputo che l’energia quantica e i Fiori di Bach possono influire sulle vigne, cosa ne pensi?
“Conosco l’effetto della musica sulle piante, quando lavoro nei campi mi capita di cantare o di ascoltare musica, e qualcosa succede…”
Il bianco del comandante Pino Carà ha piantato le vigne negli anni “60” quando c’è stato il risveglio delle isole, ha fatto un lavoro di gigante e formica per comprare e unificare questi terreni e ha fatto questo lavoro “familiare” inteso come famiglia di trasmissione di mémoire del territorio e dedicare la Malvasia “secca”, Malvasia delle Lipari 100% affinato in “secco” : la vendemmia si divide in due, 30 ore di macerato per sviluppare gli aromi della Malvasia per tenere i lieviti indigeni sulle bucce e per dare espressione elegante e non barocca e l’altra metà “in diretta” per bilanciare un tocco di freschezza e acidità.

Susanna: Con che cibo si abbina?
Pesce con salse, con i nostri capperi, carne bianca speziati agnello e pollo al curry, formaggi di capra mezzo stagionati, per la caponata, per l’aperitivo…

Susanna: le caratteristiche specifiche, sapori, odori e immaginazioni
La malvasia può avere delle caratteristiche di albicocca matura, di frutti esotici, possiamo trovare Fruit de la Passion di Maracuja,  fiori di Frangipane…

Susanna: parliamo del rosso
Composizione: Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese,  un po’ di Corinto Nero, fresco e corposo, macerazione una settimana senza controllo di temperatura, note di bosco come una passeggiata nelle montagne è anche il Corinto Nero che conferisce texture di “velluto”. Fresco, va bene per aperitivi consistenti, per piatti complessi, anche i cannelloni e formaggi stagionati.

Susanna: E ora parliamo del macerato in anfora: “Iddi” e “Orange” di cui si sa poco ma chi lo ha assaggiato, tipo la sottoscritta, non lo può dimenticare…
“Abbiamo iniziato a lavorare col nostro amico Giuseppe Mascoli dell’Azienda agricola Ancestrale che ci ha accolti e Diego aveva sognato delle Malvasie che si fanno sopra il Carso, quindi abbiamo fatto  il primo macerato che è stato, Iddi 80% Malvasia e 20% Catarratto e poi Orange 20% Malvasia e 80% Catarratto…!

Altri particolari li troverete nel video vi basti sapere che il nome “Iddi” nasce dai paesani che non credevano che loro due, Clara e Diego, avrebbero fatto il vino, “Iddi fannu ‘u vinu!”, da quel momento sono riusciti a conquistare la loro fiducia. Clara scopre che “Iddu” è Stromboli, e “Idda” è l’Etna,  e poi  che “Iddi” erano le due colline di Salina, e di conseguenza “Iddi” eravamo pure loro… Ulteriori approfondimenti li troverete su leculture.it

 

 

 

 

 

Copyright SICILIAREPORT.IT ©Riproduzione riservata

Clicca per una donazione

Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Capo Redattore Psicologa e sessuologa
Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter

Per essere aggiornato con tutte le ultime notizie, le novità dalla Sicilia.

Le Novità di Naos

Il mensile di cultura e attualità con articoli inediti

- Advertisment -

Naos Edizioni APS

Sicilia Report TV

Ultimissime

Dona per un'informazione libera

Scannerizza QR code

Oppure vai a questo link

Eventi

Le Rubriche di SR.it

Vedi tutti gli articoli