Ritornata da qualche giorno dal Vinitaly 2024 Roberta Urso ci racconta quello che è successo durante i tre giorni della manifestazione, perché come dice lei “sono la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via!”
Susanna Basile: Qual è il motivo di questa affermazione?
Roberta Urso: Avendo la responsabilità organizzativa di tutti gli eventi della Cantina Settesoli sono la prima ad arrivare per fare una supervisione generale e l’ultima ad andare via fino a controllare le pedane con la merce di ritorno. Al centro di tutto c’è stata questa grande vetrina: il mio 25° anniversario di partecipazione al Vinitaly è un’evoluzione nella partecipazione della Sicilia che fino dal 2000, relegata al padiglione 1 con una tensostruttura, arriva nel 2003 al padiglione 2, acquista una fetta di Sicilia importante, considerando il fenomeno Etna e tutti microcosmi che crescevano di personalità. Oggi insieme al padiglione Veneto sono stati i più visitati portando avanti in maniera corale, la diversità dei vini, la sostenibilità, con una buona programmazione con un’azienda già fitta di appuntamenti, non esiste che qualcuno a random si sieda e miracolosamente ti faccia un contratto, siamo più strutturati e offriamo vini unici e distintivi…
S.B.: Come sempre Roberta è un torrente in piena e dimostra come le donne ormai hanno anche dei ruoli tecnici, come enologhe e agronome, commerciali e manageriali…
R.U.: Perché sono i numeri che poi contano, le enologhe ad esempio mettono tanto della loro personalità nei vini che producono…
S.B.: Come delegata regione Sicilia de Le Donne del Vino come è andata?
R.U.: Abbiamo presentato l’Associazione Marisa Leo, che ha ricevuto il premio Angelo Becchi e poi il concorso Essenza di vite dove ringrazio il nazionale DDV con Daniela Mastroberardino, e AIS con Maria Grazia Barbagallo e Tiziana Gandolfi che hanno messo a disposizione un corso gratuito per formazione di sommelier per le più meritevoli studentesse del Progetto di vino dagli istituti alberghieri e per il turismo. E poi il podcast regione Puglia che raccoglierà storie di donne con la collaborazione di Laura Donadoni autrice del libro “Intrepide. Storie di donne, vino e libertà”.
S.B.: Differenza presenza donne e uomini in questi 25 anni di Vinitaly?
R.U.: 25 anni fa io partivo da sola e una collega Mandrarossa Italia: oggi siamo una decina dell’area manager e marketing, gran bella soddisfazione, essendo una cooperativa è più complicato! Il mio sogno è nel CDA possano esserci anche delle donne al “comando”!
S.B.: Ci sono comunque donne che dirigono consorzi in Sicilia?
R.U.: Sì certo, Flora Mondello vicepresidente di Consorzio Mamertino DOC, Enza La Fauci presidente Consorzio Faro DOC, Mariangela Cambria presidente Assovini e nel cda Assovini, Lilli Ferro e Josè Rallo. Le donne del settore agricolo e vitivinicolo sono il 28% che guidano un’impresa come vigna o come cantina, il 24% commerciali e vendita, il 12% ingrossi, il 12% cantine industriali in totale e il 26% su oltre 73.000 aziende italiane. E comunque parlare di minus e quote rosa è molto riduttivo. Ma le generazioni future di donne ci metteranno molto meno rispetto alla mia: sia, per le opportunità di studio tra lauree e master e sia perché possono fare stage esperienziali dove già le donne lavorano da anni…
S.B.: E non sono solo le giovani figlie di imprenditori o le giovani mogli a volersene occupare…
R.U.: Io credo che Le Donne del vino abbiano contribuito ad incuriosire all’inizio e poi a creare un ponte di attività proprie di questo tipo di lavori. Con queste nuove formazioni e professionalizzazioni con cui noi veniamo in contatto diamo queste opportunità. Per esempio le esperte di marketing strategico sono sempre più donne…
S.B.: Cosa pensi dei premi dati alle donne nell’ambito del vino e al ruolo apicale che potrebbero occupare nei consorzi, cooperative, assessorati ecc. ecc.?
R.U.: Uomini e donne sono complementari nei ruoli all’interno del mondo del vino. Quindi necessitano di un implementazione. Vincere premi è importante ma non ti dà visibilità, poi il giorno dopo te ne sei dimenticato! Ti gratifica, ti fa curriculum, ma noi intendiamo fare azioni concrete portare contributi, know how…
S.B.: Quali strategie per aumentare la presenza delle donne in ruoli di responsabilità apicale?
R.U.: Fare squadra, fare cartello in maniera costruttiva, come le sette produttrici del Consorzio tutela del Gavi, in Piemonte che ne sono un fulgido esempio. Alle prossime elezioni previste per il 23 aprile, hanno deciso di candidarsi tutte assieme. Si sono stufate di essere gestite sempre dalle stesse persone, il 30% delle aziende del Gavi è condotto da donne che hanno deciso di portare nuova linfa e vini diversi.
S.B.: Ce la faranno?
R.U.: Sicuramente sì!!! Incrociamo le dita!!!