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Catania, ciclo “Grand tour”: Goethe

CATANIA – Il Grand Tour, quel lungo viaggio nell’Europa continentale effettuato dai ricchi giovani dell’aristocrazia europea in voga dal 1700 ha avuto come meta anche Catania. I viaggiatori, così chiamati solitamente, potevano viaggiare anche fino a svariati anni, e di solito aveva come destinazione l’Italia. La Sicilia ha da sempre affascinato intellettuali, artisti e scrittori stranieri, da Houel a Goethe da Denon a Brydone.

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Il viaggio guidato, organizzato da Sharing Sicily e l’ausilio del Dott. Carmine Rapisarda vuole far conoscere soprattutto il “Viaggio in Italia” del tedesco Johann Wolfgang Goethe che ha visitato l’isola a tre punte come desiderio di conoscere l’altro nella possibilità di mettere alla prova sé stessi. La ricerca della classicità, insita nei viaggiatori, alla scoperta della grecità artistica monumentale e pittorica, faceva della Sicilia un’attrazione irresistibile per capirne la diversità e l’unicità. Goethe visita Catania nel 1787, ospite del principe Biscari da cui un estratto: “Fummo introdotti dal principe, il quale, come mi avevan fatto osservare, ci fece vedere la sua collezione di monete per un atto di deferenza speciale; infatti, in occasione di simili visite, tanto al suo compianto padre quanto a lui stesso più d’un oggetto era andato perduto, ragion per cui la sua consueta liberalità s’era intiepidita un poco. Questa volta ho potuto sfoggiare qualche cognizione di più, avendo già tratto ammaestramento dalla mia visita alla raccolta del principe de Torremuzza…”. E il viaggio sull’Etna compito dal teutonico Johann: “Seguendo questo buon consiglio, la mattina per tempo ci siam messi in cammino e rivolgendoci sempre a guardare indietro, dall’alto dei nostri muli, abbiam raggiunto la zona delle lave non ancora domate dal tempo. Blocchi e lastre frastagliate ci presentavano le loro masse irrigidite, attraverso le quali le nostre cavalcature si aprivano a caso un sentiero. Giunti alla prima vetta d’una certa importanza, abbiamo fatto sosta. Il Kniep ha riprodotto con grande esattezza ciò che si presentava innanzi a noi dalla parte della montagna: le masse di lava in primo piano, le vette gemelle dei Monti Rossi a sinistra, e di rimpetto a noi la selva di Nicolosi, sopra la quale si ergeva il cono dell’Etna ricoperto di neve e leggermente fumante…”.

A Palazzo Biscari, il principe Ruggero Moncada, con estrema gentilezza ed eleganza ci ha accolto personalmente ed appassionatamente in un suggestivo tour guidato nella casa signorile citando aneddoti familiari e sulla Catania nobiliare tra settecento e ottocento, tra facciate monumentali, quadri, scalinate “fiocco di nuvola”, affreschi di cui uno bucato da una palla da tennis durante la permanenza inglese nel 1945, giardini pensili e fontane. Nel “salone delle feste”, di stile rococò dalla complessa decorazione fatta di specchi stucchi e affreschi dipinti da Matteo Desiderato e Sebastiano Lo Monaco laddove il cupolino centrale era usato come alloggiamento dell’orchestra, ed è coperto da un affresco raffigurante la gloria della famiglia Paternò Castello di Biscari.

 

Poi ancora il viaggio “immaginario” continua al Monastero dei Benedettini, e la Chiesa di San Nicolò l’Arena (peraltro chiusa al pubblico) per la visione dello straordinario organo dalle 2916 canne. Peraltro proprio sull’organo e il convento si cita: “che possedeva, oltre una biblioteca, un Museo pregiato dai visitatori contemporanei, l’attenzione del Goethe sembra sia stata tutta per l’organo, che in fatti era ritenuto una meraviglia del secolo. Il Rezzonico fu colpito da un particolare che ricorda l’impressione del Nostro: «Sopra ogni altra imitazione del suono, mi allettò il digradare dell’eco moribonda, sperdentesi in aria come un sospiro…» Autore del meraviglioso organo fu Donato Del Piano, che vi lavorò dodici anni. Costò ai monaci oltre 500 mila lire. Aveva 72 registri e 2916 canne. Alla fine del giro l’hotel dove ha dormito Goethe e alla Villa Bellini per osservare l’Etna, attraverso la narrazione di alcune memorie di viaggio dei viaggiatori più famosi.

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Paolo Zerbo
Paolo Zerbohttp://zarbos.altervista.org
Paolo Zerbo Direttore responsabile Laurea in Sociologia Communication skills and process model ICT developer
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