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Fragilità delle opere edili e civili, l’Università e il rilancio del progetto CARG

CATANIA. Dopo gli ultimi tragici eventi dello scorso agosto si è rilevata la fragilità del territorio italiano, sia in termini di prevenzione, che di manutenzione delle opere edili e civili. Per la prima volta in Italia nel corso di una tavola rotonda “Il rilancio del progetto CARG, prospettive e aspettative”, si è affrontato dal punto di vista legislativo e scientifico, l’annoso problema della Carta Geologica d’Italia – il cui completamento rimane disatteso da quasi un ventennio per mancanza di rifinanziamento da parte di chi ha governato. Preoccupanti i dati: la copertura attuale è attorno al 40%, con esclusione anche di zone ad alto rischio sismico.

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Ne hanno parlato politici e scienziati nel corso del congresso Geosciences for the Environment, Natural Hazard and Cultural Heritage”, dal 12 al 14 di settembre a Catania. Alla tavola rotonda hanno partecipato due rappresentanti politici, direttamente interessati all’iter legislativo del progetto Carg. Era ad un passo da far approvare una legge l’ex senatrice durante la scorsa legislatura Fabiola Anitori. “Il mancato completamento del Progetto Cartografia Geologica e di quello di Microzonazione Sismica – ha spiegato l’Anitori – ha posto il nostro Paese in una situazione di criticità per il patrimonio abitativo, per la prevenzione dai rischi naturali, per lo sviluppo sostenibile del territorio e per la valorizzazione delle risorse naturali”.

“Prendersi cura del territorio – ha aggiunto – è come prendersi cura di un paziente: chi si farebbe curare con i sistemi, i farmaci e le conoscenze di 50 anni fa? Può sembrare meno evidente per chi ha come paziente un territorio, anche se vulnerabile come quello del nostro paese. Tuttavia, ciò è necessario e richiede la continua manutenzione della cartografia geologica”. La ex senatrice ha fatto un resoconto sul percorso normativo nella scorsa legislatura, evidenziando come sia importante focalizzare la legge su un intervento di base chiaro (Carta Geologica Carg) piuttosto che inserire nella norma prodotti diversi (ad esempio microzonazione sismica). Ruggiero Quarto, senatore del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato l’intenzione di proseguire sul percorso interrotto con la fine della scorsa legislatura, che, ipoteticamente, stanzierebbe finanziamenti significativi (30 M€ all’anno) per i prossimi tre anni per il progetto Carg. “La nuova Carta Geologica d’Italia – ha spiegato – copre solo il 40% del territorio nazionale e manca in molte aree ad elevatissima pericolosità sismica ed idraulica, come ad esempio quasi nell’intera Calabria. Inoltre, la gran parte delle regioni non ha un ufficio geologico, anche la professionalità geologica è fortemente sottovalutata!”.

Per Italo Giulivo Direttore per la previsione e prevenzione dei rischi della Protezione Civile l’assenza della carta geologica produce delle complicazioni per interventi nelle aree dove questa non esiste e rappresenta, ove esistente e aggiornata, anche uno strumento fondamentale per la gestione delle infrastrutture. Giulivo ha anche raccontato dello sviluppo di attività di importante conoscenza del territorio anche nelle aree marine: “L’Italia è dotata di una carta del rischio nelle aree marine – Progetto Magic, un unicum nel panorama internazionale”.

Paolo Messina ( IGAG-CNR) ha enfatizzato il ruolo della cartografia di base, soprattutto a scale di dettaglio (1:10.000) per la zonazione sismica. Gli ultimi eventi sismici hanno portato a produrre carte della microzonazione sismica anche in aree dove non esiste una carta Carg, con maggiore approssimazione rispetto alle aree dove esiste una carta geologica CARG.

Francesco Peduto (Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi) ha sottolineato l’importanza della carta geologica per il professionista, rivendicando un ruolo dei professionisti come attori coinvolti nel progetto, evidenziando quanto sia importante intervenire nelle scuole per promuovere la conoscenza della Geologia.

Carlo Doglioni, Presidente dell’INGV, ha dichiarato che sarebbe auspicabile, oltre alla carta “geologica classica”, anche la produzione di modelli 3d che potrebbero fornire informazioni sul sottosuolo e consentire una migliore identificazione degli ipocentri dei terremoti e loro relazioni con l’assetto geologico. “Una ripresa del progetto CARG – ha dichiarato – potrebbe inoltre, a livello universitario, rilanciare la didattica del rilevamento di terreno, che è sempre più complicato (per costi e formazione dei docenti)”. Doglioni ha lamentato la mancanza di un progetto scientifico di importanza almeno nazionale che coaguli la comunità geologica (come esistono, per esempio, invece per le discipline fisiche), il CARG potrebbe rappresentare questa svolta. “Il territorio italiano – ha detto – è particolarmente vulnerabile e sarebbe auspicabile l’istituzione di un servizio geologico europeo”.

Fabrizio Galluzzo, del Servizio Geologico d’Italia, ha rivendicato l’importanza di un progetto coordinato a livello nazionale e sottolineato la disponibilità di ISPRA ad interfacciarsi con la componente politica per condividere le esperienze maturate nella gestione del progetto CARG.

Volkmar Mair del Servizio Geologico di Bolzano indica che la Provincia autonoma di Bolzano ha preso la decisione, anche dopo la fine dei finanziamenti Carg, di proseguire il progetto di cartografia provinciale con fondi propri, al fine di migliorare la conoscenza del territorio, essenziale per una pianificazione cosciente del territorio, con ricadute fondamentali sulla popolazione, che diventa consapevole dell’importanza della conoscenza geologica. Spiegando anche il ruolo essenziale dei rilevatori che, indipendentemente dalla loro appartenenza all’ordine o meno, devono essere formati per la raccolta dati secondo gli standard nazionali del progetto CARG e per la gestione della banca dati. Mair ha evidenziato come la carta geologica sia già in se stessa un oggetto tridimensionale, soprattutto grazie anche alla disponibilità di modelli digitali del terreno ad alta risoluzione

Fabrizio Piana (IGG/CNR) ha spiegato l’importanza della banca dati come elemento essenziale della carta geologica Carg, utilizzabile per elaborazioni dai più diversi professionisti. Evidenzia come sia necessaria una integrazione della struttura esistente con nuove implementazioni. Indica inoltre il ruolo formativo dell’esistenza della banca dati digitale, che indirizza i rilevatori ad aprirsi verso una raccolta dati già in formato digitale e comunque formando i rilevatori sull’uso dei più moderi sistemi di gestione dei dati geografici.

Piero Dellino – rappresentante nel Consiglio Universitario Nazionale (CUN) per l’area geologica,
ha condiviso pienamente il ruolo di informazione e applicazione della carta geologica e sottolineato con vigore come la carta geologica di base sia prodromica a qualsiasi tipo di applicazione e come rappresenti non un prodotto tecnico, ma un prodotto scientifico. Dellino ritieneche una carta moderna debba contenere tutti gli elementi di aggiornamento culturale, e che debba essere realizzata da rilevatori appositamente istruiti con una formazione di terzo livello (Master/Dottorato).

Paolo Mazzoleni (Coordinatore nazionale dei corsi di laurea in Geologia, coll.GEO ) ha fatto con un resoconto dettagliato, documentando come a livello universitario la formazione dei rilevatori sia ancora solida, seppur non finalizzata ad un progetto specifico (come potrebbe essere il progetto CARG), che potrebbe avere il ruolo trascinatore per ottimizzare la formazione di geologi rilevatori, che nell’ambiente universitario hanno il luogo principe di formazione.

Massimo Mattei della Società Geologica Italiana (SGI), Commissione Alta Formazione e Università, ha condiviso la visione della carta geologica come oggetto strettamente scientifico, dal quale è possibile solo a posteriori produrre carte derivate, che senza questa base non avrebbero la necessaria affidabilità. Dichiara inoltre la completa disponibilità della Società Geologica a fornire supporto a tutte le azioni di promozione del progetto CARG nei confronti della controparte politica.

Stefano Poli (Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, SIMP) ha sottolineato anche l’importanza della carta geologica come elemento di conoscenza del territorio per gestirne le risorse con una visione generale della loro distribuzione.

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