Debutta martedì 29 novembre alle ore 21.00, nella Sala Strehler del Teatro Biondo di
Palermo, lo spettacolo Giusto di e con Rosario Lisma, che interagisce sulla scena con le
illustrazioni di Gregorio Giannotta. Prodotto dalla Fondazione Luzzati Teatro della Tosse
di Genova, lo spettacolo replica fino al 4 dicembre.
Giusto è una favola moderna, una storia surreale, buffa e dolente, che parla di speranza in
tempi difficili e che ci accompagna in un viaggio di accettazione, insegnandoci ad avere il
coraggio di essere noi stessi.
Il protagonista di questo originale monologo, scritto nel 2020 in piena pandemia, è un
impiegato intelligente, mite e fin troppo educato in un mondo grottesco e di spietato cinismo.
I suoi colleghi d’ufficio, all’Inps di Milano, sono un microcosmo di ridicole creature animali,
nel quale cui lui, nato su uno scoglio in mezzo al mare, si sente straniero e solo. Abita in un
appartamento in condivisione con una che non c’è mai e con Salvatore, un calabrone enorme che passa il tempo dipingendo finestre sulle pareti, per poi provare a passarci attraverso.
Giusto ha un solo grande impossibile sogno: baciare Sofia Gigliola, detta la Balena, la figlia
bella e grassa del suo potentissimo capo.
Ma questi stravaganti personaggi che popolano il suo mondo non sono reali, sono evocati
attraverso le illustrazioni suggestive di Gregorio Giannotta, artista ironico e poetico, noto per le sue creature fiabesche.
Come spiega Rosario Lisma – interprete in queste settimane anche sul grande schermo nel
film campione d’incassi La Stranezza di Roberto Andò – «Giusto è un testo che ho scritto alla fine del primo lockdown e che parla di noi, della nostra società contemporanea arrabbiata e individualista, ancora di più dopo questa tragedia sanitaria ed economica.
Presto mi sono accorto di quanto fosse illusoria la speranza di uscire tutti migliori da questo trauma. So che può sembrare un pensiero troppo cupo, ma vedo meno solidarietà e comprensione in giro, più avidità e narcisismo. Per fortuna c’è l’arte del teatro e l’ironia, che mi sorreggono per poterlo dire».