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Mistero Buffo di Dario Fo, diretto e interpretato da Francesco Russo

“Mistero Buffo”: Le giullarate, raccolte e riscritte dal premio Nobel Dario Fò e dalla moglie Franca Rame, risalgono al medioevo, alcune a periodi umanistici, epoche in cui la propagazione culturale, l’informazione, soprattutto quella politica, sono ostacolati dalle istituzioni ecclesiastiche, ma è proprio in questi casi che l’arte trova mezzi e canali, modalità, per riuscire, segretamente, a vincere su ogni divieto, infatti andando più a fondo, analizzando la storia nei suoi minimi particolari, come sempre si dovrebbe fare, si scopre che in tempi di censura, vi è stato un grande fermento culturale, persistendo sottobanco forse, ma degno di nota. Il giullare quindi è informatore ed esorcista, accostabile a quelle figure di giornalisti satirici televisivi, Ma il luogo è la piazza, la locanda, i piccoli cortili popolari, le gradinate delle chiese, il mezzo è la giullarata, lo strumento è il giullare, il comico, il cantastorie: il popolo è il destinatario non casuale del testo che tramite allegorie, simboli, analogie scopre d’essere intelligente e di capire divertendosi al medesimo tempo. Messaggi diretti al potere celati dentro un grammelot, apparentemente privo di significato, per sfuggire alla severa censura, che nelle vesti di confuse guardie autoritarie, non sapeva più scrivere i verbali riguardo la pièce a cui avevano assistito: versi gutturali onomatopeici, all’interno di direzioni, aneliti voglie, desideri, dell’uomo rappresentato tra passioni e difetti, tra egoismi e follie.
Il Popolo, trasmette da generazione in generazione, favole, racconti, leggende, alcune si confondono, cambiano migliorano con il passare degli anni, si arricchiscono di particolari sempre più umani, alcuni per mancanza di memoria, altri per soverchia fantasia, diverse di queste, invece si cristallizzano, rimangono così come nate, da padre in figlio, perché straordinarie, perché immutabili nel tempo. Il vangelo è la storia a cui il popolo fa più affidamento, quindi la storia che si conosce di più è proprio la vita di Cristo, le figure dipinte sui soffitti negli affreschi delle grandi chiese, i quadri che rappresentano episodi della vita di Gesù, narrano, il messaggio del vangelo, più forti della parola di Dio che giornalmente viene enunciata da echeggianti pulpiti con tracotante distacco. La lingua è il latino: Il popolo non è accolto dalla chiesa con umana comprensione ma mantiene quella severa distanza che c’è tra uomo e divinità. Le Giullarate la Domenica mattina, o nei giorni pasquali grazie alla genialità di qualche ecclesiastico più spiritoso, hanno luogo in piazza nei piccoli come nei grandi borghi, dove Gesù Cristo appare più umano, così umano da mischiarsi insieme agli uomini, nelle grandi folle, così grande da essere comprensibile da tutti, tanto da pensare di potergli somigliare, Gesù regala l’arma del sorriso, dentro la parola: Baciando un contadino gli dà il dono di trasformare il terrore in allegria, la tragedia in beffa, la sfortuna, in un comico segno del destino.
Diretto e Interpretato da Francesco Russo
Teatro Istrione
Ingresso 10-ridotto 7 (ospiti Ristoro, Studenti Universitari)

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E’ possibile cenare durante lo spettacolo

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