CATANIA – Per la Giornata Internazionale del Rifugiato di quest’anno, sancita dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, Roberto Disma ci presenta un progetto assolutamente inedito: La ragazza di Mezra. Già dal titolo è possibile intuire, per gli esperti nel settore dell’immigrazione, la delicatezza del tema trattato.
“Il tema dell’immigrazione, anche se non è mai abbastanza parlarne, è tristemente noto e ampiamente trattato dalle più svariate forme d’arte” spiega Disma, “ma nella maggior parte dei casi si focalizza la traversata del Mediterraneo, senza considerare che il viaggio inizia molto prima dell’imbarco, soprattutto per i sub sahariani”. Infatti, il lavoro teatrale di Disma evidenzierà la traversata desertica, molto più sofferta di quella marittima. “Le organizzazioni criminali del Nord Africa hanno creato una rete d’interesse così grande che ha raggiunto circostanze paradossali e soluzioni talmente crudeli che non hanno nulla da invidiare ai lager nazisti o ai gulag sovietici” continua Disma, riferendosi ai cosiddetti “lager libici”. È probabilmente il primo lavoro artistico a occuparsi dettagliatamente di questo tragico argomento, così nuovo per l’informazione e i media italiani. “Non solo italiani, ma occidentali in generale. È imbarazzante la scarsità di informazioni finora divulgate e la minimizzazione dell’opinione pubblica è agghiacciante; siamo testimoni di un probabile genocidio e stiamo ripetendo lo storico errore di voltare la faccia, divenendo complici”. Le parole dure sono confermate da diversi quotidiani che, solo dall’inizio di quest’anno, hanno iniziato a documentare quanto sta accadendo in Libia. “Tengo a precisare che ogni vicissitudine e aneddoto presente nel mio spettacolo è tratto da fatti realmente accaduti, fatti che si ripetono non tutti i giorni, ma più volte in un giorno”. Quest’ultima frase, ci rivela, è tratta proprio dallo spettacolo che debutterà in prima assoluta sabato 09 giugno, alle ore 21:00, presso il Teatro Machiavelli di Catania (Piazza Università, 13), e seguiranno repliche per tutto il mese di giugno in diverse città siciliane, tra cui Palermo, dove lo spettacolo è stato patrocinato e inserito nei programmi di Palermo Capitale della Cultura 2018. A questo riconoscimento, La ragazza di Mezra ha ricevuto la Lettera d’Interesse della Fondazione “Giuseppe Fava”, oltre al patrocinio delle associazioni “Generazione Ypsilon”, “Dendron” e “Insieme ONLUS”.
La squadra che ha prodotto lo spettacolo non è nuova: sul palco, assieme a Disma, reciterà Valentina Sinagra, che ha curato anche le coreografie; l’elaborazione grafica è ad opera di Martina Marotta; Sebastiano Frittitta e Carlo Picone hanno curato, invece, gli arrangiamenti musicali dello stesso Disma che, come spesso accade, è anche autore del testo e regista.
Il progetto artistico, evidente frutto di un attento lavoro di ricerca finalizzato al Teatro Sociale, sembra essere il più ambizioso della giovane compagnia Teatro alla Lettera, fondata da Disma alla fine del 2016 e che già nel 2017 ha partecipato attivamente a molte iniziative prestigiose in territorio nazionale, quali il Progetto Nazionale “Sulla strada degli Etruschi” di Cerveteri (Roma) con Il Principe Galeotto e l’Internet Governance Forum all’Alma Mater di Bologna con Rete Ribelle, spettacolo realizzato per il venticinquennale dell’organizzazione ONU “Internet Society”.
Non è certo la prima volta che Disma affronta una tematica sociale attraverso il teatro ma, stavolta, il suo impegno non si limita ai riflettori sul palcoscenico. “Un docufilm” afferma, “che potrebbe definirsi uno spontaneo proseguimento del lavoro di ricerca svolto per lo spettacolo”. Alla domanda se può riferirci quando inizieranno le riprese, risponde: “Siamo già in fase di montaggio”.
