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La Giara, ultimo appuntamento di sinESTEsie

Angelo Tosto

Don Lollò, proprietario terriero ricco e taccagno, vede ovunque nemici che vogliono depredarlo della sua roba ed essendo di carattere litigioso, non perde occasione di citare in giudizio i suoi presunti avversari… Don Lollò è il protagonista di La giara, atto unico di Luigi Pirandello cui si ispira l’omonimo radiodramma che – giovedì 8 luglio, alle ore 19 (replica il giorno dopo alle 13) – chiuderà il ciclo di radiodrammi nell’ambito di sinESTEsie – Estensioni Teatrali, la prima trasmissione nell’ambito di Radio Teatro Città on Web: iniziativa multimediale ideata da Orazio Torrisi e prodotta dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale in collaborazione con l’Università di Catania.
L’appuntamento conclusivo di giovedì, La giara, fa parte del percorso ispirato alle Novelle per un anno di Pirandello che Angelo Tosto ha ripreso in chiave radio teatrale. La consulenza critica è del professore Fernando Gioviale mentre  e l’interpretazione è affidata agli attori Filippo Brazzaventre, Alessandra Costanzo, Lorenza Denaro, Liborio Natali, Riccardo Maria Tarci e lo stesso Tosto.
Il radiodramma, come sempre, sarà fruibile sui vari canali multimediali del Teatro della Città (sito teatrodellacitta.it e pagina fb teatrobrancati) e dell’Ateneo catanese (radiozammu.it; in FM sulla frequenza 101.00 MHz; su Spotify -podcast “Sinestesie” in video sul canale YouTube zammù tv – Università di Catania -playlist “Sinestesie”).

L’ultimo appuntamento di questo primo palinsesto multimediale fornisce anche l’occasione per fare un bilancio dell’iniziativa inedita che, a partire dal 17 aprile, ha visto impegnati, per dodici settimane, decine di attori, registi, critici e tecnici siciliani. Operatori culturali e dello spettacolo che hanno potuto riabbracciare virtualmente gli spettatori attraverso un’esperienza multimediale che ha riscontrato il gradimento dei fruitori che, a loro volta, hanno premiato il format con migliaia di visualizzazioni sui vari canali youtube del programma.
“Per noi – spiega l’ideatore del progetto Orazio Torrisi – è stato un modo per riportare il teatro nelle case della gente che era costretta in quel periodo a rinunciare ai tanto amati spettacoli dal vivo. Il format, però, si è anche rivelato un’interessante opportunità di sperimentazione di nuove modalità di offerta culturale. I nostri attori hanno partecipato con entusiasmo, felici di calpestare di nuovo il palcoscenico e di esprimere la loro arte ricreando mondi con l’intensità della loro voce. Per questo, anche ora che lo spettacolo dal vivo è ripartito, vogliamo mantenere questa finestra multimediale sul palcoscenico e sulle tante “sinestesie che si innescano quando i linguaggi artistici e culturali si incontrano. Nonostante per noi lo spettacolo dal vivo sia insostituibile, ci sembra doveroso rimanere in ascolto delle novità che l’innovazione ci permette di offrire per esprimere arte e cultura. Per questo, quello dell’8 luglio non è un addio all’iniziativa ma un arrivederci a settembre, con nuove interessanti proposte”.
Proposte che permettono di intercettare sempre nuovi appassionati e proposte che trovano l’appoggio dell’Ateneo catanese.

“Prima della pandemia – sottolinea il prof. Rosario Castelli, delegato alla Comunicazione d’Ateneo -, i radiodrammi evocavano momenti legati alla giovinezza dei nostri genitori quando riunirsi attorno alla radio in un momento di ascolto diventava un’occasione anche di apprendimento. La voce degli attori, la musica, le parole degli scrittori bastavano a schiudere mondi che avremmo continuato ad abitare nella memoria. Siamo d’accordo che il teatro, quello dal vivo, è un’altra cosa. Ma forse dovremmo cominciare a riflettere su quanto di buono siamo riusciti, in questi anni due anni che speriamo di lasciarci prima possibile alle spalle, a recuperare delle buone abitudini del passato facendo di necessità virtù. I radiodrammi di sineSTEsie hanno permesso a tante persone di mantenere sano il cordone ombelicale che li ha legati, da spettatori, alla magia delle sale teatrali. E un’istituzione come la nostra che ha eminentemente obiettivi formativi ha anche la responsabilità, in tempi critici come i nostri, di garantire a tutti la resistenza e la trasmissione di una memoria culturale che è cemento di coesione civile”.

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