Sabato 15 febbraio, alle ore 20.30, al Teatro Nino Martoglio di Belpasso, va in scena Ippolito di Euripide, regia di Nicola Alberto Orofino, con Egle Doria, Silvio Laviano, Luana Toscano e Gianmarco Arcadipane, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Catania, in collaborazione con l’associazione culturale Madè.
Ippolito di Euripide è tragedia di passioni estreme. Quella di Fedra, febbre d’amore altissima, senza nessuna possibilità di guarigione; quella di Ippolito che è fanatismo ed esaltazione per se stesso; quella di Teseo, che è ira funesta e distruttrice in cui la grazia non trova dimora. Personaggi estremi, e con un’anima grande.
Alla tragedia concorrono poi due divinità che colpiscono senza soccorrere: Afrodite colpisce Ippolito, che non sa sottomettersi; Artemide sul finale si dichiara pronta a vendicare il suo protetto. Un dramma pieno di opposizioni, parallelismi e duplicazioni. Ippolito è per questo una tragedia simmetrica, in cui si fronteggiano personaggi tormentati generati dall’incapacità di comprendere le origini dei disagi degli altri protagonisti.
Si ringrazia VideoBank e Guia Jelo, direzione artistica Teatro Nino Martoglio.
Note di regia
In scena (un piccolo scorcio di un giardino primaverile, una panchina, due ritratti di Afrodite e Artemide) quattro attori che come in un gioco di richiami ed evocazioni affronteranno tutti i 9 personaggi della tragedia di Euripide. Afrodite si trasforma nella nutrice, quasi un suo braccio operativo; Fedra in Artemide, testimone dell’onorabilità della scelta “virtuosa” del suicidio; il Coro (che qui è un uomo testimone e forza emotiva della vicenda) diventerà Teseo, personaggio dalla sensibilità che sconfina il perimetro del pensiero classico e arriva quasi a rivelarsi personaggio ”contemporaneissimo”. A sottrarsi al gioco delle trasformazione è Ippolito, immobile nelle sue scelte, rifiuta la contaminazione perché casto. Ippolito è incapace di desiderare: virtù e giustizia le sue uniche direttrici di vita. Un’icona compiuta di autosufficienza che non può essere profanata ma solo distrutta.
Il tempo scelto per questa tragedia è l’America della fine degli anni ’50, l’America di Eisenhower, bigotta e omertosa, razzista e maschilista. E’ l’America di Fedra in continuo conflitto tra immobilità e movimento, tra bigottismo religioso e libertarismo, tra corpo e lavorio interiore. Paradigma della donna perduta, Fedra vive una continua tensione fra la sua esteriorità (immagine sociale di donna perfetta) e la sua interiorità (divorata dal male che la corrode). Fedra tace, si nasconde, non vuole essere vista, non vuole avere testimoni, conosce il bene sociale ma è incapace di attuarlo. Questa incapacità la porterà al suicidio: la soppressione del desiderio finirà per sopprimere la sua soggettività.
Nell’ottica di uno spettacolo veloce e intenso, emotivo e diretto, ho tentato un lavoro di traduzione e parziale riscrittura del testo di Euripide. Non per negarne i contenuti o stravolgerne le tematiche, ma per avvicinare questi alla sensibilità dello spettatore contemporaneo. Ippolito è una storia “antica” ma parla agli uomini e alle donne di oggi. Nicola Alberto Orofino
Ippolito di Euripide
con Egle Doria, Silvio Laviano, Luana Toscano e Gianmarco Arcadipane
regia di Nicola Alberto Orfofino
scene e costumi Vincenzo La Mendola
assistente Gabriella Caltabiano
in tournèe Mariagrazia Pitronaci e Stefania Bonanno
produzione Teatro Stabile di Catania, in collaborazione con l’associazione culturale Madè
Sabato 15 febbraio|| 20:30
Teatro Nino Martoglio- Via XII traversa, 84- Belpasso
335 843 1804 || teatroninomartoglio.it
[email protected]
La foto di copertina è di © Sebastiano Porrello