14 C
Catania
martedì, Marzo 19, 2024
spot_imgspot_img
HomeSpettacoli“Gli scoppiati” alle Arene Granai di Valverde

“Gli scoppiati” alle Arene Granai di Valverde

Venerdì 3 agosto, presso la sede dell’Associazione Dendron a Valverde, è stato allestito lo spettacolo “Gli Scoppiati” scritto da Roberto Disma; interpretato da Roberto Disma, Valentina Sinagra e commentato da Susanna Basile e Gabriella Catania.Questo lavoro era stato presentato in forma sperimentale e più riservata, lo scorso 22 Aprile al padiglione “Estatia” (padiglione al chiuso, ex serra riadattata); si compone di quattro quadri in cui vengono fissati quattro modelli di coppie-scoppiate (rivestiti dagli attori Roberto Disma e Valentina Sinagra) alle prese con i problemi della relazione nella sfera della quotidianità. Al termine di ogni scena, Susanna Basile e Gabriella Catania (psico-sessuologa l’una ed esperta di educazione sessuale, l’altra) aprono una parentesi riconducibile alle proprie professioni, con un ampio ed ironico dibattito col pubblico invitato a penetrare col proprio pensiero nelle pieghe di ogni profilo rappresentato.
Coppie che scoppiano, in un’alternanza emotiva di soggezione e prevaricazione che vede ora, una lei perfettina e madre italica; ora, un lui egocentrico ed annullatore; poi una lei in delirio creativo; infine, un lui compiaciuto alle prese con un’eterna bambola/bambina.
Modelli esemplari e ricorrenti, nei quali, malgrado lo stupore iniziale, tutti e tutte ci riconosciamo, sia pure in modo trasversale, poiché ogni individuo prestato ad una coppia, esprime una proiezione del proprio io che rimanda ad archetipi precisi.

Pubblicità

Il successo della formula “rappresentazione-conferenza”, sperimentato durante lo scorso aprile è stato tale da essere proposto in una veste più ricercata ed elaborata. Le sedie trascinate al centro del palcoscenico dalle due consulenti, alla fine di ogni scenetta – alle Arene Granai ricavata attorno all’unico albero presente nello spiazzo – sono sostituite dalle balle di fieno, (organizzate come spalti e presenti in scena come eccezionale arredo) e da passeggiate di riflessione attorno all’arena per confrontarsi maggiormente col pubblico.
Valerio Valino, ospite e proprietario della struttura, nel salutare il pubblico assai numeroso, si sofferma sulla vocazione dell’Associazione: “Per chi ci conosce, Dendron ha a cuore l’unificazione fra il contenitore ed il contenuto, essendo essa produttore di spazi e di cultura; spazio che in questo caso è organico e naturale , perché il contenuto da svolgere in questo contenitore bucolico ha a ché fare con la Cultura e con l’Arte, ovvero soggetti particolarmente sensibilizzanti. Dunque, la metafora etimologica che propongo è “Cultura e Coltura”: differenza di una lettera che significa in ogni caso prendersi cura del proprio animo perché la cultura è il cibo dell’anima, come prendersi cura del proprio campo al fine di produrre cibo sano per sfamare il corpo. Nella riunificazione della due parole, si rintraccia il focus e l’essenza stessa dell’associazione”.

Susanna Basile, ormai nota co-curatrice di questo originale “format” (l’abbiamo apprezzata recentemente in “Studio per Carne da Macello”, al Teatro Stabile di Catania nel 2017 e riproposto qualche mese fa al Naselli di Comiso), parla delle differenze e delle nuove chiavi di lettura dello spettacolo affidate alla presenza del Mito, nella fattispecie Zeus (amichevolmente interpretato da Riccardo Carrabino) ed Afrodite (Germana Gaeta, docente nelle scuole superiori).

Zeus è il dio degli dei ed incarna “l’uomo alfa”, il capobranco: vive nell’Olimpo che governa con astuzia e prepotenza; ha una visione privilegiata di tutto ciò accade sotto di lui. E’ sposato con Hera (Giunone, dea del matrimonio, della fedeltà e del parto): le rimane fedele per trecento anni e dopo comincia ad insediare altre creature, presentandosi ad alcune di esse anche sotto mentite spoglie. Chiama a raduno le nuvole e scocca fulmini e saette verso ciò che non gli aggrada; sempre rappresentato in posizione eretta e minacciosa o sul trono con lo scettro del comando in mano. Insomma, archetipo maschile per eccellenza, nel quale sono racchiusi tutti i maschi: affascinanti, seduttori, autoritari, deboli per convenienza, volitivi e capaci di trarre in errore, mutando occasionalmente il proprio essere (errore nella persona).

Afrodite, la bella fra le belle, assolutamente consapevole della propria bellezza, non lesina di usarla come arma, quando slaccia le fibbie del proprio peplo ed afferma la sovranità del suo femminile. Potere della seduzione finalizzata alla procreazione perché Afrodite non ha che un fugace bisogno dell’altro, dal momento che ella basta a se stessa: il bisogno concreto è quello di affermare sempre la Vita e l’uomo per lei dunque diventa un mezzo; non è interessata ad un rapporto duraturo. La diverte la premessa, il momento che precede il raggiungimento della conquista e la consumazione dell’atto. Afrodite gode del riflesso della bruciante passione che farà provare, lei, che confuse talmente le idee a Paride, da scatenare una guerra a causa dell’ira di Hera ed Athena escluse dal confronto. Nata in primavera dalla spuma del mare, viene rappresentata dentro una conchiglia, essendo ella stessa perla, gioiello. Archetipo femminile per antonomasia: ogni donna vorrebbe essere lei e non solo per la straordinaria avvenenza, quanto per la capacità di attrarre e combinare insieme l’atto della seduzione e l’atto della procreazione.

Gli archetipi, dicevamo, sempre attuali e sempre riscontrabili, soprattutto nel contesto lavico dell’Arena Granai, in cui diventa quasi ovvio parlarne e ritrovarli. Alla fine di ogni scena, lo spettatore è richiamato ad una somiglianza mitica suggerita dalla bella Afrodite (Germana Gaeta) che passa fra la gente proponendo il modello della donna appena rappresentata, a prescindere dal ruolo di vittima o carnefice che abbia.

Sarà Hera, donna-madre, calcolatrice, multitasking, mente di un uomo/braccio, sul quale sovrapporrà la sua gigantesca presenza, riducendolo ad un semplice mezzo. L’uomo/zeus perdendo la propria impronta, continuerà ad esserle fedele o cercherà un’ amante da desiderare e non una “madre” da incontrare morbosamente fra le lenzuola?
Sarà Estìa, una delle dodici dee dell’Olimpo, dea dell’ambiente domestico e del focolare; importante ma vissuta all’ombra della sua stessa scelta di votarsi alla verginità, di non comandare, rinunciando al trono per Dionisio. Insomma, una dea ricordata per non aver guidato alcuna impresa essendosi dimenticata di se stessa per magnificare altri. Come la nostra donna, colta e potenziale, ma votata per esistere ad una dipendenza affettiva col marito, negatore ed ingombrante.

Athena, figlia preferita da Zeus, viene fuori dalla sua testa. E’ la protettrice della città di Atene, dea della guerra, della sapienza e delle arti. Viene ritratta in posizione eretta con armatura ed elmo, impugna la spada ed è munita di scudo. E’ la donna determinata a migliorare con energia il suo uomo, visto come un esperimento, come un pezzo di argilla da modellare (Athena difendeva gli industriosi e gli artigiani). E’ una combattente: forse si fermerà soltanto dinanzi al suo Tarzan emancipato per cercarne un altro da civilizzare.

Infine , ritroveremo Kore/Persefone, rapita da Ade mentre era china a raccogliere un narciso: vivrà sette mesi negli inferi e cinque mesi sulla terra, accanto alla madre Demetra, dovendo scontare la leggerezza di aver mangiato sette semi di melograno, frutto sacro considerato come mezzo di contatto con gli inferi, assimilato per forma all’oppio dalle proprietà narcotiche. La fase che la porterà a visitare Demetra, sarà per Kore assolutamente improduttiva. La donna/bambolina, la più insospettabile, ma snervante, parimenti improduttiva ed in attesa che le cose accadano intorno a lei perché dovute e pretese con gli stessi strumenti adoperati dai bambini viziati.

La proposta del Mito piace, afferma la valenza psicologica di questo lavoro, conferendo mistero e storicità al contempo: il pubblico, sebbene restio a riconoscersi nei miti proposti, in fondo si diverte cercando i punti di contatto. Ciascun spettatore si dimostra incline a riconoscersi in Zeus (uomo alfa) e in Afrodite (bellezza e seduzione), e magari meno con gli altri profili suggeriti perché assai più complessi e per certi versi avvilenti. Potrebbe accadere di ritrovarsi in ciascuno di essi, di avere nel proprio comportamento codici riconducibili a tutti…ma quanto è facile penetrare e spiegare l’universo della coppia? In quanti siamo disposti ad ammettere di possedere quelle forme di pensiero, di attuare quei comportamenti? Essere carnefici dopo anni di convivenza è come accorgersi di essere diventati vittime all’interno di una struttura che è poco stimolata e non più stimolante, perché ci sarà sempre un aspetto soggettivo da considerare o recriminare…allora? Essendo quasi impossibile capire il perché accadano alcune cose, come facevano gli antichi si dà colpa agli dei che incarnano le forze buone e cattive della natura e che ci tranquillizzano riportandoci alla sfera “routinaria” della quotidianità.

Roberto Disma e Valentina Sinagra sono stati bravissimi a concentrare in pochi minuti di recitazione tutti gli sforzi per conferire spessore e dignità espressiva ai personaggi, cercando al contempo di renderli leggibili per il pubblico. Pause, espressioni, tutto misurato e modulato nei cambi di sorta mantenendo alta la performance.
Indovinata la scelta musicale di alcuni brani tratti dal “Peer Gynt” di Edvard Grieg che musicò il dramma scritto da Ibsen nel 1867.
Un plauso, affatto privo di piaggeria, va a Susanna Basile e Gabriella Catania che hanno saputo condurre con ironia ed indiscutibile professionalità, il dibattito col pubblico, prestandosi, fra il primo ed il secondo momento recitativo, ad una coreografia stante a sottolineare il momento di kaos generato dall’incontro di queste forze occulte che sono, sono state e saranno sempre l’uomo e la donna.

Copyright SICILIAREPORT.IT ©Riproduzione riservata

Clicca per una donazione

Redazione CT
Redazione CThttps://www.siciliareport.it
Redazione di Catania Sede principale
Articoli correlati

Iscriviti alla newsletter

Per essere aggiornato con tutte le ultime notizie, le novità dalla Sicilia.

Le Novità di Naos

Il mensile di cultura e attualità con articoli inediti

- Advertisment -

Naos Edizioni APS

Sicilia Report TV

Ultimissime

Dona per un'informazione libera

Scannerizza QR code

Oppure vai a questo link

Eventi

Le Rubriche di SR.it

Vedi tutti gli articoli