Home Spettacoli “Elena tradita” al debutto l’inedito lavoro prodotto da Teatro della Città

“Elena tradita” al debutto l’inedito lavoro prodotto da Teatro della Città

Vola Graziosi Ph Franca Centaro

Vittima e carnefice, tra passione e razionalità, libera scelta e predestinazione, la figura di Elena incarna un mondo di contraddizioni. Contraddizioni che ne hanno fatto un personaggio che appartiene al Tempo e che vive nelle donne e negli uomini di tutti i tempi.
A partire dal tentativo di comprendere Elena, senza giudicarla, è nato lo spettacolo Elena tradita, interpretato da Viola Graziosi e Graziano Piazza che ne è anche il regista e scritto da Luca Cedrola (da Omero, Euripide e Ritsos). Il nuovissimo spettacolo, prodotto da Teatro della Città – Centro di produzione teatrale, sarà presentato in prima nazionale l’11 agosto alla Corte Palazzo di Città di Locri, in provincia di

Graziano Piazza_ph Maria Pia Ballarino

Reggio Calabria. Dopo il debutto, la pièce – che, rispondendo a tutte le norme di sicurezza e distanziamento per contrastare il Covid-19, si presta sia alla messinscena all’aperto sia nei teatri al chiuso – sarà il 12 agosto a Roccella Ionica (Teatro al Castello) per poi approdare in Sicilia al Teatro Antico di Segesta (domenica 16 agosto alle 5, lunedì 17 agosto alle 19.45 e mercoledì 19 h 19.45) e al Teatro di Tindari (martedì 18 agosto).
Lo spettacolo – con i costumi di Maria Alessandra Giuri e l’audio dall’archivio della Fondazione Inda  – affonda le radici nel mito, rileggendolo in modo fedele ma senza farsi suggestionare dai giudizi che, nei secoli, hanno fatto di Elena la traditrice, causa nefasta di guerra e morte o la regina innocente, vittima del volere degli uomini.
«È facile giudicare Elena. Ma è impossibile comprenderla davvero – spiega Viola Graziosi – . L’anno scorso all’Inda di Siracusa, anche grazie alle mie due interpretazioni di Elena nello spettacolo Le Troiane  e nell’Agòn, il processo simulato in cui ero Elena, l’imputata, Graziano e io ci siamo ritrovati a pensare a quanto Elena, emblema assoluto del femminile, sia ancora oggi così poco compresa ma sempre giudicata. Euripide stesso, nei suoi due testi – Le Troiane ed Elena – ne parla in modo contraddittorio, mettendola prima sotto accusa ed esponendone tutte le varie colpe per poi, invece, giustificarla. Insieme con Graziano ci siamo costruiti la nostra di idea che non coincide con un giudizio ma con il volerne capire e sostenere la libertà di scelta. Per questo, ci siamo lanciati in questo progetto che ne analizza una grande supposta colpevolezza, ovvero quella di voler conoscere se stessa, la vita e di voler essere libera di scegliere».
E per suggellare la loro idea, scevra da ogni giudizio, Viola Graziosi e Graziano Piazza, che sono coppia sia sul palcoscenico sia nella vita, si sono affidati alla penna dell’autore Luca Cedrola, coinvolgendolo nella loro ricerca volta a scandagliare le ambiguità di una donna che vuole esprimere se stessa attraverso parole che ne possono rivelare la modernità.

«Sia nei testi di Euripide sia in quelli di Ghiannis Ritsos, Elena è rappresentata come icona di bellezza, di tradimento e di tante accezioni che riguardano, però, una tipologia di donna che non vive la propria vita ma quella che le è stata affibbiata dai giudizi degli altri», spiega Graziano Piazza. «Viola ed io, che da qualche tempo portiamo avanti la nostra ricerca sul femminile abbiamo visto nella figura di Elena e nella possibilità di riconsegnarle la sua immagine di donna libera, la sintesi perfetta del tema della nostra trilogia sulla donna (che annovera anche Aiace, Offelia Suite, The Handsmaid’s Tale, ndr). Stavolta, però, rispetto ai tre monologhi in cui ho diretto Viola, in scena ci sono anch’io a interpretare un uomo che rappresenta i tanti incontri della vita di Elena e il tempo stesso, inteso come non come Kronos ma come Kairos, ovvero come istante, come accadimento con cui confrontarsi e confrontare la propria evoluzione. Ne nasce un confronto intenso, in cui l’immagine esteriore della bellezza e della giovinezza rimane immutata e immutabile, mentre emerge l’interiorità di una Elena cambiata, evoluta che finge anche di essere altra da sé. Una Elena sempre bella, ma mai uguale a se stessa. Non a caso, abbiamo voluto usare nella locandina la frase di Dostoevskij la “La bellezza salverà il mondo” che tra dubbio, incertezza o speranza, in fondo evoca la beltà (non solo di Elena) come possibilità di salvezza».

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