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Cose di casa nostra a Dendron

Valverde –  Venerdì 7 settembre, alle ore 21:00, andrà in scena per il ciclo di rappresentazioni estive Arene Granai di Dendron (via Pizzo Maugeri 26, Valverde) lo spettacolo inedito Cose di Casa Nostra, scritto e diretto da Roberto Disma.

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L’ennesimo lavoro di Teatro Civile di Disma ma stavolta, ci assicura, si ride molto. D’altronde, anche il titolo ha dei toni farseschi, pur rievocando il saggio di Giovanni Falcone Cose di Cosa Nostra. Ma, se il genere appartiene alla commedia degli equivoci, il tema affrontato è inequivocabile: la mafia.

“Non la mafia che arrivò ad analizzare Falcone” spiega Disma. “Cosa Nostra ha cambiato forma in modo sostanziale negli ultimi vent’anni, molto più che nei cinquant’anni precedenti, quando la mafia delle campagne lasciò gradualmente spazio a quella dell’edilizia e della droga”. Ma che la mafia di oggi abbia il colletto bianco è un fatto risaputo. “L’errore di valutazione sussiste anche in questo: sappiamo bene che la mafia di oggi ha il colletto bianco, ma se manteniamo questo come unico riferimento la perdiamo di vista, si mescola a ogni altro consorzio illecito incravattato. E la realtà è molto più complessa, perché persone che fino a vent’anni fa piazzavano le bombe ora devono fare i diplomatici, adeguarsi ai tempi e alla burocrazia d’alto borgo, assumere un’impronta aziendale e accantonare parte delle proprie tradizioni al punto tale che alcune connotazioni mediatiche, come la pronuncia stessa del termine mafia, non sono più un tabù per gli uomini d’onore, come se la ricorrenza ai termini giornalistici piuttosto che quelli tradizionali aiuti un’ulteriore globalizzazione del fenomeno, almeno apparentemente. E questo è uno dei punti principali su cui si sviluppa la satira”. Quindi niente coppole, niente lupare e niente marranzani di sottofondo. “No, in compenso ci sarà una chitarra in scena” ci rivela, ma non aggiunge altro. Un altro punto focale, sottolinea, è il ruolo attivo della donna nella criminalità organizzata, “Da sempre sottovalutato o addirittura ignorato”.

Nonostante negli ultimi anni non avesse dato sfoggio di questa sua preparazione, Disma studia il fenomeno storico e attuale della mafia siciliana da molto tempo, forse da quando ha iniziato a fare teatro. “Vero, negli anni del liceo ho pure tenuto dei corsi nelle scuole in collaborazione con associazioni nazionali che si occupano di sensibilizzazione e di iniziative culturali contro la Piovra”. Dalla sua citazione, la domanda sul caso televisivo degli anni Ottanta sorge spontanea. “Un ottimo esempio di come l’arte, nel caso del capolavoro di Damiani parliamo di quella audiovisiva, possa fare informazione e sensibilizzazione ad ampio respiro. Certo, nel caso del mio spettacolo parliamo di una satira ma a volte, dove le lacrime non arrivano, la satira è in grado di colpire”. Alla domanda sull’ambientazione e sui ruoli, però, Disma risponde solo a metà. “L’ambientazione è contemporanea, come già avevo annunciato, in un paese del territorio catanese. Ma non voglio rivelarvi altro, venite a scoprirlo!”. Inoltre, tiene a precisare, questo è il primo lavoro di Teatro alla Lettera con un marcato gusto popolare, primo fra tutti nell’uso del dialetto. Su questo punto, precisiamo noi, staremo attenti a gustarci questa novità per la giovane compagnia, finora abituata a quella prosa in lingua che si è dimostrata impeccabile anche per il pubblico di città come Roma e Bologna, alle prese con uno spettacolo inedito che già si presenta più isolano e addirittura più catanese del solito. Come annunciato nell’articolo precedente, ad affiancare Disma sulla scena ci saranno Valentina Sinagra, Roberta Rivolo e Gianluca Rubino.

Cose di Casa Nostra è una commedia degli equivoci che promette bene, soprattutto conoscendo la verve comica di Disma che, però, negli ultimi mesi l’ha esibita raramente, prediligendo la drammaticità. “Dipende dall’argomento trattato: ne La ragazza di Mezra, lo spettacolo sui lager libici, un lavoro di satira sarebbe stato indice di superficialità o sadismo puro. Ma dove e quando è possibile, credo sia meglio trasmettere il messaggio con la risata”. Persino ne La ragazza di Mezra è presente dell’ironia, ma un lavoro di satira è decisamente un’ottima occasione per continuare a educare il pubblico ad acquisire informazioni in modo totalmente diverso, pur mantenendo sempre un unico canale di comunicazione: l’emozione.

Dunque, ne approfittiamo e chiudiamo quest’articolo rubando l’ultima frase che Disma ripete sempre alle presentazioni dei suoi spettacoli: “A noi la scena, a voi il divertimento!”.

 

 

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Susanna Basile
Susanna Basilehttp://www.susannabasile.it
Susanna Basile Assistente di redazione Psicologa e sessuologa
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