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Cna Catania: Il futuro da educare: ciclo di incontri con i giovani e L’Arma su legalità e imprenditoria

CATANIA – Un ciclo di incontri unico nel suo genere, completo ed esaustivo, dedicato ai giovani e pensato nell’ottica di formare informando al meglio. Sono stati tre i momenti di confronto svoltisi all’Istituto Tecnico Industriale “Stanislao Cannizzaro” di Catania ideati dalla Cna provinciale insieme alla Fondazione Ecipa (Ente confederale di istruzione professionale per l’artigianato e le piccole imprese), l’organismo della Confederazione che si occupa di elaborare e gestire interventi di formazione appunto. Fondamentale per la riuscita del percorso per le cosiddette competenze trasversali (che si è voluto chiamare “Legalità e imprenditoria”) è stata la sinergia con l’Arma dei Carabinieri, attivamente presente con il Capitano Angelo Pio Mitrione (Comandante della Compagnia di Catania Piazza Dante) e il Luogotenente Luigi Lauriola (Comandante della Stazione Carabinieri di Piazza Verga).

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Per la Cna etnea hanno partecipato al ciclo formativo, i cui lavori sono stati introdotti e moderati dal dirigente scolastico Giuseppina Montella e dalla docente Norma La Piana, il presidente, Floriana Franceschini, il segretario, Andrea Milazzo, e i vice presidenti, Massimiliano Guccione e Davide Trovato. E ancora Giuseppe Calì (presidente nazionali dei gommisti), Giampiero Corallo (componente della presidenza della Cna provinciale), Enzo Maccarrone (responsabile del settore fiscale) e Antonio Ruberto (Affari legali).

 

Altresì significative le testimonianze di Carlo Costa (laboratorio chimico), Luna Meli (startup digitali), Linda Russo (segretario dell’Asaec, Associazione antiestorsione di Catania “Libero Grassi”), Giuseppe Sgroi (responsabile del gruppo Energia e Rifiuti di Legambiente Catania) e Paolo Marescalco (dirigente dell’ufficio legale regionale del Codacons). L’ultima giornata ha visto poi protagonisti i presidenti dei vari mestieri artigiani della Cna catanese: Giuseppe Calì (gommisti), Salvo Garozzo (meccatronici), Elio La Paglia (impiantisti), Angelo Riccioli (carrozzieri), Claudio Sapuppo (tintolavanderie) e Carlo Sciuto (informatici). È intervenuto anche Liborio Palazzo, responsabile della Cna etnea per elettricisti e impiantisti).

 

«È il futuro dei nostri ragazzi da educare, fornendo loro quanti più strumenti di comprensione della realtà che possano utilizzare per scelte libere e consapevoli, che siano professionali, lavorative, d’impresa o personali», hanno evidenziato Floriana Franceschini e Andrea Milazzo, per i quali «il grande interesse mostrato dai giovani partecipanti a “Legalità e imprenditoria” ci ridà speranza sulla possibilità di un domani in cui la Sicilia e segnatamente Catania possano invertire il trend e cessare di essere una terra da cui partire per cercare altrove quel benessere qui troppo a lungo negato».

 

Davanti a un’attenta platea di studenti, gli esponenti dell’Arma dei Carabinieri hanno largamente affrontato i temi della legalità, declinandone con ricchezza di contenuti il significato in tutti i suoi molteplici aspetti. In particolare, sono stati delineati i metodi di condizionamento che la mafia opera nei confronti del tessuto economico legale, attraverso l’imposizione del pizzo, l’immissione di capitali illeciti, la turbativa degli appalti pubblici e la corruzione. Si è poi passati al tema del consumo responsabile, come modalità per arginare appunto l’abusivismo e alla tutela dell’ambiente, minacciato proprio dai comportamenti non idonei degli abusivi (che non conferiscono certo in modo legale i rifiuti speciali prodotti con la loro attività illecita).

 

I ragazzi si sono mostrati entusiasti e interessati, ponendo diversi spunti di riflessione ai militari dell’Arma su tematiche sensibili quali la necessità di collaborare con le Forze dell’Ordine per debellare il fenomeno mafioso, le modalità con cui si sviluppano le estorsioni e i pericoli per la natura derivanti dai reati ambientali, ai quali i Carabinieri hanno risposto esponendo casi concreti.

 

Suggestiva e toccante la testimonianza di Saro Barchitta, socio storico della Cna, un imprenditore taglieggiato che grazie anche all’Asaec è riuscito a ribellarsi e denunciare.

 

 

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