Generare nuove economie puntando sul protagonismo dei giovani e sul dialogo produttivo tra pubblico e privato sociale. Un progetto che diventa percorso perché traccia una direzione precisa: costruire legalità laddove c’era malavita e criminalità, aprire le porte alle nuove generazioni, quelle che scelgono di restare in Sicilia o tornare per mettere in campo nuove idee imprenditoriali.
È questa la storia che ruota attorno al Centro per l’Impresa Giovanile di Camporotondo Etneo, bene confiscato alle Mafie e oggi un luogo aperto alla comunità e ai giovani che hanno un’irrefrenabile voglia di esserci, di fare per contribuire in maniera nuova alla crescita dei territori.
«È un segnale forte, quello che lanciamo alla comunità di Camportondo Etneo – ha dichiarato il Sindaco Filippo Privitera, in occasione dell’inaugurazione ufficiale del Centro che si è tenuta ieri, mercoledì 30 giugno -. L’Amministrazione comunale c’è, siamo presenti insieme alle realtà del privato sociale per costruire legalità e futuro. Il Centro per l’Impresa Giovanile racconta l’impegno di trasformare beni confiscati alle Mafie in luoghi nuovi e produttivi, dove i giovani hanno l’opportunità di mettere in campo tutto il loro talento».
Già nei mesi scorsi è stato bello vedere l’entusiasmo dei tanti giovani che hanno risposto alla Call for Ideas lanciata dal progetto. Dall’impresa editoriale alla creazione di un minimarket che mette insieme territorio e innovazione, dal mercato metropolitano che riqualifica spazi e luoghi alle imprese agricole e legate al settore della bioedilizia. Queste alcune delle idee che domani, venerdì 2 luglio, si sfideranno in occasione dell’Hackathon Day: i team vincitori entreranno a far parte di un percorso d’accompagnamento, in una logica nuova e che li vede non semplici fruitori di uno spazio, ma protagonisti di un luogo che si alimenta e si rafforza con energie e stimoli nuovi.
Il Centro per l’Impresa Giovanile accompagnerà gratuitamente i team in tutte le fasi di pre-incubazione, incubazione e post incubazione d’impresa con azioni e servizi dedicati, dalla consulenza di marketing alla redazione di un business plan.
«Vogliamo dare un’alternativa a chi è costretto a lasciare la Sicilia – ha aggiunto Claudia Pasqualino, Presidente della cooperativa sociale Mosaico, Centro di Prossimità della Fondazione Èbbene – ma anche uno strumento concreto per ritornare nella nostra terra. A dare valore al progetto anche l’entusiasmo con cui i cittadini e le aziende di Camporotondo Etneo hanno accolto l’iniziativa, un segnale forte che testimonia come essere In Rete diventa uno strumento per vincere l’illegalità e l’esclusione sociale».
E se in via Luigi Capuana 10 si respira già aria di futuro e sviluppo, tutto passa per la costruzione di una Rete forte e produttiva come quella che ha contribuito alla realizzazione del progetto: Mosaico, cooperativa sociale Mosaico e Centro di Prossimità di Fondazione Èbbene, Comune di Camporotondo Etneo, Consorzio Sol.Co., insieme al know-how e all’esperienza di Spazio 47.
Una Rete che dialoga con le comunità e mette al centro le economie locali. L’inaugurazione del Centro è stata infatti accompagnata dal contributo di alcune aziende del territorio: Ortofrutta Belvedere, Bar Nazionale, Driving School, Ferramenta Cantone, Tabaccheria Battiato Graziella, Erredi Supermercati, Coffee Pusher, Emporio Agrario Squillaci, Pene Nero, Spendimeno, Target Store.
Gli spazi di lavoro del Centro per l’Impresa Giovanile sono stati realizzati invece grazie al contributo dell’azienda Mondo Office, che ha messo a disposizione dispositivi tecnologici, tablet e pc, librerie, sedie e tavoli, costruendo anche aree di lavoro eco-friendly.