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Le mascherine servono o non servono?

Bassetti, Ricciardi, Pregliasco, sono solo alcuni fra i virologi responsabili della trasmissione delle corrette informazioni da parte del mondo della scienza, e fino a un mese fa esprimevano forti dubbi sull’utilità dell’uso delle mascherine. Nell’arco di poche settimane la musica è radicalmente cambiata”. Mi sono limitato a questa questione delle mascherine perché a pubblicare altro in merito alla questione “coronavirus ci sarebbe da mettersi le mani ai capelli.
Oramai il mondo è funestato da una radicale polarità: o si è in accordo col pensiero mainstream (la Nuova Teologia dello Scientismo) o altrimenti si finisce in un indistinto calderone fra terrapiattisti, complottari, sciakimisti ecc. C’è una forma di violenza mascherata (maldestramente) negli approcci di certo scientismo che ha un che di inquisitorio nella sua pulsione di fondo.
Uno scienziato come Boschke ragionevolmente affermava dai lontani anni Sessanta: “dobbiamo pensare che, in linea di massima, non possono venire escluse un’altra fisica, chimica e tecnica in differenti rapporti cosmici”.
In realtà non sappiamo un bel niente, e da qui occorre ripartire. Se da un lato ci sono le iperboliche fake news catastrofiste, dall’altro è possibile assistere alla patetica difesa degli scientisti, vessati dal “presentismo” che li costringe a (ri)fondare quotidianamente una nuova certezza dogmatica.
Si parla tanto del 5G, ma occorrerebbe essere prudenti (intendiamoci, personalmente lo ritengo uno step fondamentale al potenziamento del network) nel dare per scontato che non faccia nulla. Il nostro supponente e ingenuo mondo figlio dell’Età dei Lumi, brancola ancora nel buio in merito alla conoscenza della natura delle energie sottili. Tutti noi siamo sottoposti a influssi cosmici, per non dire dell’influenza della Luna sulle maree, noi stessi siamo antenne, cosa evidente a chi pratica quotidianamente qualsiasi forma di meditazione (Lakhovsky “Tutti gli esseri viventi, in quanto costituiti da quegli oscillatori elementari che sono le cellule, sono assimilabili a circuiti oscillanti ad altissima frequenza in grado di emettere e ricevere radiazioni elettromagnetiche. Una cellula è schematicamente costituita da un protoplasma cellulare circondato da una membrana cellulare. Nel protoplasma è immerso il nucleo costituito da un filamento tubolare contenente liquido conduttore avvolto in sostanza cromatica isolante. Essa può essere considerata un circuito oscillante microscopico avente una determinata lunghezza d’onda assai corta. Il nucleo ricorda da vicino il circuito oscillante di Hertz poiché è un vero circuito elettrico dotato di Self induzione e capacità quindi suscettibile a oscillare e di risuonare con altissima frequenza. La bobina di induzione è rappresentata dalla spira continua di filamento nucleare, il condensatore è dato dalla capacità tra i due estremi del filamento stesso”).
L’esercizio sterile che spesso si compie è quello di isolare un argomento per confutare o meno una tesi, quando appare evidente che questo COVID-19 ha rappresentato e rappresenta una vera incognita e che ha molto probabilmente avuto modo di generare una pandemia a seguito di tutta una serie di concause e fattori che non sono facilmente evidenziabili, né in uno stringato post riassumibili.

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Lo scientista osservante dovrebbe realizzare di vivere adesso nel paradosso di una realtà apocalittica che è molto prossima alle teorie più estreme di scrittori e pensatori visionari, scenari che fino a qualche mese fa sarebbero stati considerati “follie da complottari”. Immaginate se, chessò in ottobre, qualcuno avesse provato a teorizzare cosa sarebbe successo da lì a pochi mesi… Le attuali misure di quarantena sono inoltre il più evidente segnale del fallimento di un sistema di controllo attivo su scala planetaria, giacché per superare questa epidemia è stato necessario ricorrere a metodi risalenti al nostro passato mitico. Non abbiamo affatto risolto il problema, lo abbiamo semplicemente arginato con procedimenti che rievocano scenari manzoniani o da film post-apocalittici. Risolvere il problema degli incidenti stradali impedendo a tutti gli automobilisti di circolare non rappresenta un successo per lo Stato, ma semmai la sua più grande sconfitta.
Se il compito dell’arte è quello di mostrarci che “questa non è una pipa”, quello della scienza non può ridursi ad ammonirci che quella pipa serve a fumare il tabacco (quando posso anche usarla come corpo contundente o come mazzetta da minigolf).

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