Non poteva che essere la scrittrice friulana Simonetta Lorigliola e il suo libro Eolie enoiche, Edizioni DeriveApprodi a presentare il 6 aprile scorso presso il Four Point by Sheraton, in occasione della degustazione organizzata dalla Fondazione Italiana Sommelier e Bibenda Associazione Italiana Sommelier dell’Olio e dal suo Presidente Paolo di Caro e dall’instancabile ed insostituibile organizzatrice Agata Arancio la produzione di Antonino Caravaglio.
Ce ne siamo accorti fin dalle prime battute della presentazione perché l’amicizia tra la scrittrice e l’imprenditore, esperto produttore da trent’anni di sontuosi vulcanici vini in quel di Salina, Vinum Loci, luogo del vino sostenibile, è antica.
Ma fin qui vi avrei raccontato di un’esperienza di degustazione tanto elegante, perché impreziosita dai contenuti di un libro di precisione assoluta, meticoloso nella descrizione dei luoghi di Sicilia che la scrittrice ha vissuto e non semplicemente visitato, quanto routinaria perché la materia, cioè la produzione vitivinicola di Sicilia offerta in degustazione, ha un calendario così fitto di appuntamenti che si fa fatica a star dietro ai molteplici eventi che si susseguono in Sicilia e d’altra parte è giusto così. E invece in quest’occasione ho scoperto tanto di più. Ho appreso che Nino Caravaglio è un precursore dell’agricoltura biologica che riguarda direttamente la vita e la cultura di un paesaggio, quello dell’isola di Salina riserva naturale dal 1983, il cui prodotto vinicolo è intimamente legato al territorio. E qui diventa del tutto pertinente la narrazione della scrittrice friulana, autentica valorizzatrice del vino-paesaggio, cioè cuore della terra d’origine, esempio per le generazioni future, custodi non di una semplice momentanea esperienza ma di un vissuto che diventa culto e cultura del luogo, il meraviglioso scenario delle Isole Eolie e Salina, sua principessa bella e possibile.
Ed allora i vini etici, eleganti e pieni di grazia di Caravaglio sono stati l’occasione per apprendere che si deve a questo nostro solido imprenditore, primo produttore della Malvasia delle Lipari, declinata in diverse versioni, dall’alto della sua trentennale attività agricola e vitivinicola, la produzione del vino Scampato, prodotto dopo la riqualificazione di un territorio, un cratere spento da 100 anni in cui sono state piantate le viti “scampate” alla fillossera, un insetto fitofago che attacca le radici del vino. In questo caso Caravaglio ha realizzato un prelibato vino ottenuto dalle uve nere di Corinto.
Ma la narrazione potrebbe proseguire per almeno altri quattro percorsi di degustazione, tanti quanti i prodotti offerti ai presenti. I vini Infatata 2021, Occhio di Terra 2021, Palmento di Salina 2021, Scampato 2019, Malvasia delle Lipari Passito 2019.
E se un degustatore profano come me ha riconosciuto un particolare gusto salmastro in una delle cinque etichette proposte alla degustazione da Caravaglio, statene certi che non è stato solo per la suggestione e bravura della nostra scrittrice ma è accaduto anche perché le promesse dei vini di Caravaglio sono sperimentabili immediatamente, tale è la sensazione unica che lasciano al gusto e al palato.
Da quest’elegante e bella occasione di cultura vinicola non può scaturire un ringraziamento a tutti gli artefici dell’evento per l’immagine di professionalità, imprenditorialità e solidità di cultura e tradizione siciliana che hanno lasciato nel mio ricordo. E tra questi la scrittrice friulana Simonetta Lorigliola così sensibile dall’aver conosciuto e raccontato la nostra Isola oltre ogni stereotipo. È un balsamo di vitalità e di coraggio che non guasta di questi tempi.