Si chiude la campagna elettorale per le amministrative e subito si apre quella per le regionali. Gli occhi sono puntati sui due capoluoghi al voto in Sicilia: Palermo e Messina. Neanche avuto il risultato definitivo e gli alleati di centrodestra, dal comitato del candidato sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, giĆ si mandavano frecciate sulla scelta del candidato regionale. Il quadro ĆØ quello conosciuto: Nello Musumeci ricandidato per una parte del centrodestra mentre una altra parte della coalizione nicchia, chiede maggiore dialogo e piĆ¹ confronto. ServirĆ leggere i dati definitivi delle liste per capire pesi e proporzioni. Ma, allāinterno del centrodestra un vincitore cāĆØ giĆ di sicuro ed ĆØ Forza Italia, primo partito della coalizione a Palermo con il 12% secondo le proiezioni. Quindi Pd e Fdi al 10%, M5s dimezzano i consensi passando dal 16% al 7%. Azzurri che adesso chiedono spazio e chiede di avere il giusto peso per i prossimi candidati. Lo aveva giĆ detto il coordinatore Gianfranco MiccichĆØ presentando i candidati al consiglio comunale di Palermo un paio di settimane fa. āAdesso ĆØ il momento di chiedereā, aveva detto sottolineando il passo indietro del candidato azzurro Francesco Cascio, adesso vicesindaco in pectore. Un tema ribadito anche nel pomeriggio arrivando al comitato di Lagalla, affollato di giornalisti. āIl centrodestra unito qui non potrebbe perdere mai. Sono abbastanza deluso perchĆ© in qualche parte noi abbiamo fatto dei passi indietro come nel caso di Cascio, e poi a CefalĆ¹, invece, lāassessore Cordaro ha deciso di mettere un suo candidato di centrodestra immagino per farci perdereā, ha spiegato il presidente dellāArs, āNon cāĆØ amore per la coalizione. Questo ĆØ quello che lamento di questo governo. Hanno sempre qualche motivo per non essere feliciā. E a chi domanda se Musumeci debba fare un passo indietro ritirando la propria candidatura risponde laconico ānon cāĆØ dubbioā. Al comitato arriva Lagalla che ringrazia gli elettori e dice che il suo primo atto sarĆ quello di portare una corona di fiori al monumento ai caduti alla mafia, dopo le polemiche sulla mancata partecipazione alle manifestazioni per il 23 maggio, qualche minuto arriva anche il presidente della Regione, Nello Musumeci mentre lo stesso Toto Cordaro risponde alle domande di alcuni cronisti. āLa vittoria di Lagalla ĆØ la vittoria del mio governoā, dice subito Musumeci riprendendo il pallino della discussione politica. E a chi chiede di commentare le parole del presidente dellāArs, risponde āi desideri non diventano sempre dirittiā. āOvviamente noi ci auguriamo che tutte le forze politiche che hanno partecipato alla elezione del professore Lagalla possano proporsi per le regionaliā, spiega il governatore, āoccorre fare necessariamente chiarezza perchĆØ la volata finale deve essere compiuta con chi davvero crede nel centrodestra e non lavora per il centrosinistra o per fare perdere il centrodestra. La lealtĆ in politica premia sempre, le furbizie hanno il fiato cortoā. E se a Palermo il risultato sembra premiare Lagalla con un 20% di distacco dal candidato di centrosinistra, Franco Miceli (sempre secondo le ultime proiezioni e quando sono state scrutinate meno del 10% delle sezioni), nellāaltro capoluogo dove si andava al voto (Messina) si va verso la vittoria del candidato outsider Federico Basile, uomo del sindaco uscente Cateno De Luca che sbaraglia gli avversari e va verso la vittoria al primo turno superando il 45% delle preferenze secondo i dati raccolti dai vari comitati politici, seguito da Maurizio Croce (Centrodestra) col 27% e Franco De Domenico (Centrosinistra) col 25%. Sparigliando le carte anche per le prossime regionali. MiccichĆ©, infatti, avvisa: āDe Luca ĆØ un fenomeno di cui tenere contoā. Musumeci replica : āsolo un fenomeno di politica localeā. Basile ha il 55,53% dei voti, seguito da Croce, col 23,71% e De Domenico col 18,07%. Da domani, giĆ da oggi in realtĆ , si riprende a parlare di elezioni. Questa volta regionali. āNoi non abbiamo fatto mai un aut aut, ci aspettiamo lo stesso dagli altriā, dice da Roma Giorgia Meloni, leader di Fdi. āServe qualcuno che uniscaā replica, invece, Matteo Salvini. La questione passa anche da Roma. (ITALPRESS).
ā foto agenzia fotogramma.it-
(ITALPRESS)