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Ardizzone Gioeni, protesta davanti ai cancelli

CATANIA – Una quarantina di persone, in maggioranza ex allievi dell’Istituto dei ciechi Ardizzone Gioeni di Catania, è intervenuta stamattina davanti al cancello chiuso della struttura di via Etnea in segno di solidarietà nei confronti dei tre ospiti ai quali è stato comunicato che dovranno lasciare per qualche tempo l’Istituto.

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Presenti, tra gli altri, il presidente dell’Uici regionale Gaetano Minincleri, la presidente di Catania Rita Puglisi e quello di Enna Santino Di Gregorio, e anche due esponenti del M5s, la deputata nazionale Maria Laura Paxia e quella regionale Gianina Ciancio.

“Oggi sono qui – ha detto Maria Laura Paxia – a seguito della lettera aperta scritta dagli ex allievi dell’Ardizzone Gioeni in merito alla preoccupazione che hanno sugli ambienti ristrutturati per permettere ai ciechi di restare nell’Istituto e che a quanto pare andranno all’Ersu. Questa loro preoccupazione la condivido, al punto da aver chiesto un incontro con il Commissario che gestisce l’Istituto”.

La Lettera aperta alla quale si riferisce la deputata è stata indirizzata ieri da ventisette ex allievi dell’Istituto dei ciechi di Catania, tra cui il presidente e il dg dell’Uici nazionale, Mario Barbuto e Salvatore Romano.

Nella lettera, i sottoscrittori dicono di temere “che uno degli ultimi atti amministrativi del Commissario abbia il fine di affittare tutta la struttura a scuole per vedenti e altre istituzioni” e ricordano che lo Statuto la destina invece totalmente a servizi per i disabili visivi.

“Siamo molto preoccupati – ha detto Minincleri – perché davanti all’Ardizzone Gioeni di Catania troviamo una sola tabella che indica ‘Ersu’ (Ente regionale per il diritto allo studio universitario ndr) e non ‘Istituto dei ciechi’. Questo significa che si ha la volontà politica di cambiare la destinazione d’uso di questo edificio. Anche tutte le stanze che erano state ristrutturate per il centro residenziale per i non vedenti, sembra che debbano andare in affitto all’Ersu”.

Riguardo alla protesta dei residenti, in una nota diffusa ieri il Commissario ha giustificato lo spostamento con “lavori di adeguamento alle prescrizioni del Vigili del fuoco” che dovrebbero protrarsi per un mese, sottolineando di aver “offerto il pernottamento in altra struttura”.

“Quel che vogliamo – ha spiegato Gianina Ciancio – è trovare il prima possibile una soluzione che preveda degli impegni certi. Sotto questo punto di vista ho avuto delle interlocuzioni con l’assessore Scavone che si è dimostrato molto disponibile. Se gli ospiti dovessero lasciare temporaneamente l’Istituto noi spingeremo perché il provvedimento abbia comunque un termine e che questo venga messo per iscritto”.

Ma la questione, come detto, non riguarda soltanto gli ospiti, ma altri problemi, a cominciare dalla mancata erogazione di servizi ai disabili visivi.

“Noi – ha detto Minincleri – siamo pronti a lottare per questo: qui si sono tenute persino Feste della Birra, mentre quel Centro per pluriminorati che l’Istituto avrebbe dovuto ospitare è fermo da tre anni.  Infatti, dopo una gara d’appalto per la gestione vinta dall’Irifor, tutto si fermò perché gli amministratori dell’Ardizzone Gioeni avevano dimenticato che occorreva anche l’autorizzazione sanitaria. A tutt’oggi mancante”.

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