Il bruxismo è una disfunzione, si distinguere in “digrignamento” o in “serramento”.
Il digrignamento è uno sfregamento dei denti tra di loro, specialmente di notte, ha varie cause, mentre il serramento è quando si stringono i denti per contrazione involontaria dei muscoli del viso, soprattutto in particolari momenti di tensione emotiva della nostra vita.
Il digrignamento colpisce anche, circa il 40% dei bambini in tenera età, scompare crescendo.
A volte i due fenomeni digrignamento e serramento, si sovrappongono, anche i sintomi sono simili, i fattori che li generano sono molteplici e probabilmente correlati tra di loro, stress, malocclusione, fumo, alcuni disturbi neurologici, esofagite da reflusso, problemi gastrici.
Questa disfunzione porta alla perdita dello smalto dei denti, che diventano sempre più piccoli, causando la perdita della dimensione verticale della bocca, cioè si abbassa l’altezza della bocca, che provoca diversi disturbi, in primis la malocclusione, ma poi disturbi legati alla postura, mal di testa, mal di schiena, cattiva masticazione, perdita dei denti, rumori articolari, dolore all’articolazione della mandibola, fischi e ronzii alle orecchie.
È un fenomeno che sta diventando molto frequente, forse perché legato ai nostri tempi, gli stili di vita moderna che ci obbligano a ritmi veloci a frenesie dettate spesso dagli ambienti di lavoro, ai problemi socioeconomici, all’alimentazione, ai rapporti sociali.
Il bruxismo è un sintomo che se sottovalutato può portare ad un malessere generale del paziente che altera le condizioni di vita rendendo la sofferenza che diventa cronica, invalidante, a volte il paziente cerca soluzioni dai vari professionisti, come ad esempio gli otorino, fisioterapisti, centri per le cefalee, fin quando giunge dal dentista.
Lo specialista dentista gnatologo, (che si occupa dell’apparato stomatognatico) può alleviare queste sofferenze agendo sulla bocca.
Dopo aver formulato una diagnosi di disfunzione dell’ATM, cioè dell’articolazione temporo mandibolare, si può agire in prima istanza con una terapia di supporto, in genere l’apposizione di un bite dentale che allenti la tensione muscolare della bocca e preservi i denti da ulteriore sfregamento.
Il bite è una placca di resina costruita sul morso del paziente e inserita in genere nell’arcata inferiore, sui denti.
Purtroppo il bite pur portando un immediato sollievo dei sintomi, è una terapia transitoria, perché i ricettori dopo un po’ si abituano e non rispondono più, anche perché il bite non viene indossato sempre, a volte solo la notte, e comunque non quando si mangia, per cui viene a mancare la sua efficacia durante la fase dinamica del sistema masticatorio.
Se la terapia con bite da dei risultati soddisfacenti in termini di riduzione dei sintomi e del dolore, si può passare ad altre terapie più durature come la riabilitazione occlusale tramite ricostruzione dei denti abrasi.
Le ricostruzioni oggi avvengono in maniera più conservativa, cioè non si limano più i denti per incapsularli, ma con le moderne tecniche adesive si ricostruiscono le parti di dente mancante con appositi compositi, ricreando cosi la forma e la funzione masticatoria dei denti.
Vengono chiamate riabilitazioni minimamente invasive, perché non occorre toccare i denti limandoli, né occorre usare anestesia.
Medico Chirurgo Odontoiatra
